il verzellino bruno


La passione, il sogno, i primi tentativi, la consapevolezza...

Verzellino ancestrale (Serinus serinus) Il verzellino rappresenta la specie che maggiormente ha influenzato la mia passione ornitofila. E’ passato piu' di mezzo secolo, ma indelebile resta nella mia memoria il canto di un verzellino ed il profumo di un gelsomino in fiore, due spicchi di natura che vivevano a stretto contatto in un angolo di balcone nella casa del nonno. Io, piccolo monello sempre a caccia di emozioni, mi inebriavo di suoni e di odori e rallegravo la mia spensieratezza. Credo che in pochi periodi della mia vita, sia mancato un verzellino a casa mia.

Quando, agli inizi degli anni '80, ho cominciato ad allevare in maniera piu' "seria", iscrivendomi alla FOI ed iniziando a privilegiare l'aspetto scientifico di questo nostro hobby, la prima idea che ha invaso la mia mente e' stata quella di traslare qualcuna delle mutazioni presenti nel canarino sul verzellino. Sono nati i primi F1, poi gli R1 e cosi' via. Nell'85, a Pesaro, la prima grande soddisfazione: 1° al Campionato Italiano con una R1 satine' (92 punti).

Era stupenda e gia' sognavo suoi discendenti con i quali fissare definitivamente la mutazione, ma le delusioni spesso arrivano a risvegliarti dai sogni. E, cosi', cominciai a rendermi conto che, piu' credevo di avvicinarmi al traguardo, piu' lo stesso si allontanava e diventava irraggiungibile. Stesse esperienze negative le stava vivendo il mio amico Sergio Lucarini, con il quale scambiavo informazioni e consigli; capimmo, entrambi, che la strada non poteva essere quella e desistemmo dall'impresa.






Un nuovo percorso

Mi misi subito alla ricerca di qualche soggetto mutato preso in natura, rivolgendomi a persone che praticavano questa incresciosa attivita' come fosse un lavoro (e a volte lo era, visto che riuscivano a tirarci fuori il pane per la famiglia). Dopo qualche tempo riuscii a venire in possesso di una femmina bruna, ma la bestiola, cedutami in pessimo stato, dopo poco mi mori' (era in gabbia gia' da qualche mese, molto trascurata, visto lo scarso interesse che suscitava nel suo "carceriere").

Piu' fortuna, anche se solo temporanea, l'ebbi con una femmina pastello, catturata da un bambino di tredici anni e cedutami in cambio di due coppie di canarini a fattore rosso. Il soggetto, che per me resta il piu' bel mutato che sia passato in casa mia, si e' riprodotto, generando pero' solo un piccolo, ucciso poi, gia' adulto, dal padre. Durante la prima muta in gabbia la verzellina mi e' morta e, con lei, sono svaniti tutti i miei sogni di realizzare qualche soggetto mutato.


L'incontro con Paolo Gregorutti ed il primo successo

Novelli di verzellino ancestrali e bruno Da allora sono passati tanti anni finche', nel marzo del 2009, m'incontro con l'amico Paolo Gregorutti che mi racconta di aver avuto una femmina bruna, catturata in Slovenia e di averla riprodotta. Gli chiedo se ha da cedere qualche soggetto e lui mi accontenta regalandomi un maschietto probabile portatore.

La stagione cove e' alle porte ed accoppio subito il soggetto con una verzellina nata in gabbia, che custodisco gelosamente. Alla fine di aprile la verzellina e' li' che cova tranquilla le sue prime quattro uova; il maschio, senza disturbarla, la riempie di attenzioni, imbeccandola e rallegrandola con il suo canto. Non tocco nulla, per non far danni, ma sono in trepida attesa per vedere se il maschio e' un portatore o meno.

La fortuna e' dalla mia parte e non credo ai miei occhi la mattina che, gusci sul fondo della gabbia, ho la gioia di vedere quattro splendidi pullus, di cui uno bruno, alzarsi famelici nel nido a chiedere l'imbeccata. Chiamo immediatamente Paolo e lo rendo partecipe del lieto evento (non vi dico come, anche lui contento, ha apostrofato la mia fortuna).

Passo i primi giorni in ansia, non conoscendo le capacita' della giovane verzellina, ma presto mi tranquillizzo, vedendo come si comporta. Arriva l'ora di inanellarli e prendo una decisione: sposto i piccoli sotto una brava canarina e metto la verzellina in condizione di intraprendere una seconda covata.

I piccoli crescono in fretta, belli e sani e, quando ancora non sono del tutto indipendenti, hanno gia' quattro fratellini che reclamano cibo nel nido della madre. In questa seconda covata sono tutti ancestrali e decido di farli allevare alla verzellina che si conferma brava e capace.






Errori ed imprevisti

Verzellina bruna in cova Ed e' qui che, un mio errore bestiale, compromette l'esito di tutta la restante stagione cove. Infatti una sera, passando tra le gabbie per dare un'imbeccata di aiuto a due nidiate di ciuffolotti che non versano in perfette condizioni di salute, ho la cattiva idea di offrire un po' di pappetta anche ai piccoli verzellini sempre famelici. Uso lo stesso pennello impiegato per i ciuffolotti e ... il resto lo immaginate da soli.

Dopo tre giorni due dei quattro piccoli muoiono e gli altri due riesco a salvarli dando dell'antibiotico. Si ammala anche il maschio (forse imbeccando i figli), che recupero grazie alla cura prontamente effettuata, ma il suo stato di salute non e' piu' quello eccezionale manifestato fino a quel maledetto giorno che sono andato a scombinare tutti gli equilibri. La coppia procede ad una terza covata; quattro uova, tutte feconde, ma due schiudono e due no. I piccoli sono altri due ancestrali che, dopo inanellati, passo a balia ad una canarina.

La verzellina, intanto, prepara il quarto nido, depone due uova e si rimette tranquillamente in cova. Grande sorpresa alla schiusa: due femmine brune riportano un po' di gioia nel mio allevamento. Le lascio allevare alla madre naturale e dopo averle inanellate, per dar riposo ai genitori, fin troppo sfruttati, le passo sotto una canarina. Crescono bene, escono dal nido, ma quando non sono ancora indipendenti, faccio la seconda cazzata dell'anno.

Trovo nel giardino di casa un piccolo verzellino, quasi completamente impiumato, caduto (o buttato dai genitori) giu' dal nido, che raccolgo e metto nella gabbia dei canarini insieme alle due brune. La coppia adotta anche il nuovo arrivato e tutto fila liscio nei successivi quindici giorni. I giovani sono ormai indipendenti, mangiano da soli, ma una mattina noto che il nuovo arrivato ha un bozzo sulla testa, come se fosse una bolla. Non ho neanche il tempo di capire cosa possa essere, che il piccolo muore; stessa sorte tocca alle due brune pochi giorni dopo.

Arrivo cosi' alla fine di settembre e posso tirare le somme di questa prima stagione riproduttiva con i verzellini bruni; sarebbe stata una stagione eccezionale se non avessi commesso due gravi errori (avevo ottenuto dodici piccoli di cui tre brune), ma la mia leggerezza mi e' costata cara. Ora posso contare solo su sei giovani di cui una bruna e tre maschi ancestrali (i frutti della prima covata) oltre a due femmine ancestrali della seconda covata; inoltre, durante la muta, ho perso anche il capostipite, il maschio portatore.


La stagione riproduttiva 2010

Verzellino mutato bruno Durante l'inverno mi procuro un po' di femmine nate in gabbia e mi preparo per la stagione cove del 2010; ho tre maschi, probabili portatori, da sperimentare ed, inoltre, c'e' la prima bruna con la quale ripartire per rifare qualche portatore certo. Tento la strada piu' veloce ed accoppio la bruna con uno dei fratelli; gli altri due maschi li ruoto sulle tre/quattro femmine ancestrali comprate.

L'annata si rivela pessima. Dalla bruna ottengo, in due covate, sei uova di cui solo due feconde; schiude un piccolo bruno che muore dopo poche ore (forse la stretta consanguineita'). Riscontro, positivamente, che il maschio usato e' un portatore. Degli altri due maschi ho la possibilita' di provarne solo uno che, nell'unica covata effettuata, mi porta a buon fine tre piccoli ancestrali: due maschi ed una femmina. E' un portatore? Non lo e'? Non si puo' dire nulla.

L'altro maschio non ha la possibilita' di manifestarsi, perche' nessuna delle altre femmine accoppiate con lui, ha deposto. A fine stagione i risultati ottenuti sono scoraggianti: oltre ai quattro adulti (dei quali uno solo si e' già manifestato portatore), ho in allevamento due giovani maschi ed una femmina.






La stagione riproduttiva 2011

Verzellino mutato bruno Per la stagione 2011 decido di partire con nuove femmine ancestrali e spero di poter verificare se gli altri maschi in mio possesso siano portatori o meno. I verzellini, alloggiati in voliera esterna, trascorrono un inverno molto freddo ed umido e qualcuno, tra cui i due giovani maschi, non ce la fa a superare le avversita' climatiche. Arriva la primavera del 2011 e solo i quattro soggetti del 2009 (la bruna e i tre maschi ancestrali), oltre a tre nuove giovani femmine, sono pronti per la cova.

Decido di accoppiare la femmina bruna con uno dei fratelli (diverso da quello con cui l'avevo accoppiata l'anno prima) e gli altri due maschi con le tre ancestrali. Di quest'ultime solo una mi riproduce (una sola covata), ma i risultati sono piu' che soddisfacenti: tre piccoli di cui due brune ed un ancestrale. La femmina bruna, invece, ha deposto ben diciannove uova feconde in cinque covate, ma nessuna e' schiusa. Pensando potesse trattarsi di problemi batteriologici ho fatto analizzare le uova in tre diversi laboratori zoo-profilattici, ma tutti i risultati degli esami hanno escluso qualsiasi forma d'infezioni; la diagnosi, emessa all'unanimita', ha ipotizzato un probabile indebolimento genetico del soggetto specifico.

L'unica nota positiva di questo accoppiamento e' quella di aver potuto verificare (aprendo alcune delle uova non schiuse), che anche questo secondo maschio e' un portatore di bruno. Durante la muta perdo uno dei tre maschi ancestrali ed un altro lo regalo a Paolo Gregorutti che, nel frattempo, ha perso buona parte dei suoi soggetti. Arrivo cosi' alla stagione cove 2012 con tre femmine brune ed un maschio ancestrale portatore di bruno, oltre a due femmine ancestrali.






Nel 2012 una selezione accurata

Nidiacei di verzellino bruno Nel 2012 decido di impostare una selezione piu' curata, che mi garantisca un ceppo piu' forte e stabile. Programmo cosi' di accoppiare in una voliera il maschio portatore con una femmina bruna (sua nipote e, non piu' sua sorella) e con una femmina ancestrale; in altre due voliere le altre due femmine brune con due maschi ancestrali di sangue completamente diverso.

I risultati della stagione cove 2012, devo dire, furono sicuramente positivi; ottenni oltre venti piccoli di cui due femmine brune e ben sei maschi portatori. Ottenni anche i primi due maschi bruni, ma purtroppo, per una stupida coccidiosi, li persi. Posi le basi per poter raggiungere, nella successiva stagione cove 2013, il tanto agognato traguardo che fu quello di aver stabilmente fissato la mutazione bruna nel verzellino. Nel 2012, infatti, viste le differenti linee di sangue prodotte, potetti tranquillamente accoppiare tutte le femmine brune con maschi portatori e potetti inserire nuove femmine ancestrali dalle quali ottennni nuove femmine brune di sangue ancora diverso.

Cosi' fissai definitivamente il verzellino bruno che oggi e' finalmente, a distanza di qualche anno, una realta'. Per tutto questo sento il dovere, oltre che il piacere, di ringraziare il mio amico Paolo Gregorutti.



Testo: Ing. Edmondo Mazzoli  Copyright©verdiardesia.com
Foto: Mazzoli - Alcedo - Rete Internet

articolo pubblicato sul periodico "Alcedo" - marzo-aprile 2013




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