Introduzione

Il nome scientifico del Passero del Giappone e' Lonchura striata domestica. Un piccolo uccellino di 12 centimetri di taglia, tipico esempio di quello che l'uomo e' in
grado di fare nella selezione degli animali. Specie sintetica mai esistita in Natura. La sua origine sembra risalga al 1700, quando i primi allevatori giapponesi
cominciarono ad interessarsi a questo curioso esemplare.
E' accertato che in Cina, prima del 1700, contadini cinesi tenessero gia' in gabbiette di bambu' questo simpatico volatile. Si pensa che gli antenati piu' probabili
del Passero del Giappone siano proprio due specie diffuse nella parte meridionale della Cina: Lonchura striata subsquamicollis e Lonchura striata swinhoei. Successivi
ripetuti accoppiamenti tra dette specie, selezione e riproduzione in cattivita', hanno dato origine all'attuale specie ornitica poliibrida oggetto di questa trattazione.
Varieta'

Il Passero del Giappone possiede numerose colorazioni, che vanno dal marrone cioccolato al color isabella, passando da tutte le colorazioni dei bruni. Esiste la
varieta' bianca e perlata, anche se la piu' frequente negli allevamenti e' certamente la varieta' pezzata. Il novero delle varieta' e mutazioni e' in continua estensione,
grazie all'abilita' selettiva ed all'estro creativo degli ornitofili allevatori. Inoltre negli Anni Trenta e' stata selezionata una variante con ciuffo
(Passero del Giappone ciuffato).
Zampe e becco sono piu' o meno chiari, secondo la varieta', gli occhi sono principalmente ad iride nera, ma esistono anche soggetti ad occhi rossi nella varieta'
albina.
A coniare il termine Lonchura (dal greco:
lonke = puntuta e
oura = coda) e' stato Sykes nel 1832. (Lucarini e altri, 1995). Di questo gruppo fanno anche
parte altre specie come: L. leucogastroides, L. striata, L. molucca, L. fuscans, L. leucogastra, L. kelaarti, L. leucosticta, L. tristissima, L. punctulata. Tuttavia,
in questo articolo prendiamo in considerazione perlopiu' L. striata, (volgarmente indicato come Passero del Giappone o "passero-balia").
Una balia perfetta
Il Passero del Giappone viene ricorrentemente impiegato come balia dagli allevatori di altre specie di piccoli esotici domestici di non facile riproduzione
(ad esempio il Diamante di Gould), ed in questa incombenza si dimostra molto resistente e lavoratore infaticabile, anche se consiglio di non portarlo all'esaurimento,
esagerando con le covate, proprie o a balia.
Nell'allevamento di molte specie che abbandonano il nido o stentano a covare ed imbeccare, il Passero del Giappone diventa una vera e propria risorsa,
allevando i piccoli non suoi con tanta dedizione ed amore. Incredibile e' vedere la coppia di passeri prendersi cura in nido dei pulcini adottivi e successivamente
agitarsi, disperati, nel caso in cui i nidiacei vengano sottratti ad essi.
Riproduzione e comportamento riproduttivo

Purtroppo, a volte capita, che Passeri giovani, per le troppe attenzioni verso i piccoli, finiscano per soffocarli! Buona cosa sarebbe controllare ogni tanto la
situazione dei nati, spostando di peso la femmina che con caparbieta' e coraggio proteggono i loro piccoli.
Sia maschio che femmina investono con la stessa percentuale nella cura della prole. Compagni fedeli per tutta la vita, se uno dei due dovesse morire, e' meglio comprare
subito un nuovo compagno, per evitare al sopravvissuto una vera e propria depressione che lo abbatterebbe.
Sia due femmine che due maschi possono essere messi nella stessa batteria di cova e usati come balie. Il maschio non e' molto aggressivo e riesce a convivere benissimo
con un altro esemplare del suo stesso sesso.
Nella mia esperienza di allevamento, ho provato a far covare alcune uova di Diamante Mandarino a tre passeri, due femmine e un maschio, senza alcun problema. Forse gli
unici "battibecchi" si avevano quando "litigavano" per chi potesse andare a covare.
Dimorfismo sessuale
L'unico problema sta nel capire il sesso. Infatti il dimorfismo sessuale e' inesistente; si e' davvero certi del sesso quando li si sente cantare: di norma e' il maschio
a cantare. Stara' quindi all'onesto venditore di uccelli sapervi indirizzare nel modo giusto. Comunque sia, una volta a casa bastera' un po' di pazienza per capire se
si tratta di una coppia oppure no.
Incubazione ed allevamento dei novelli

Naturalmente si possono far riprodurre senza difficolta', considerando la loro grande capacita' di allevare. Converrebbe alloggiarli in una gabbia munita di cassettina
di tipo aperto, per evitare ogni volta di toglierli con la forza dal nido. L'unica raccomandazione e' quella di alternare periodi di cova a periodi di riposo, in
quanto continuerebbero a covare per tutto l'anno, sino all'esaurimento fisico.
La cova dura sedici giorni ed i novelli vengono alimentati con semi germinati. Una volta diventati indipendenti, i novelli devono subito essere allontanati dai genitori,
perche' continuerebbero a tornare nel nido a dormire. I genitori sono cosi' calmi e mansueti da accettarli senza problemi, a differenza di altre specie che per allontanarli
dal nido li ucciderebbero!
Regime alimentare
L'alimentazione non crea alcun problema. E' composta dal misto di semi per esotici, da spighe di panico e da molta verdura di cui vanno ghiotti. Nel periodo riproduttivo
vanno aggiunti semi germinati, possibilmente immaturi, e pastoncino all'uovo. Gradiscono anche prede vive per l'allevamento dei piccoli come: uova di formica e tarme
della farina.
Forza, anche se non siete tanto esperti, questo simpatico uccellino riempira' di gioia la vostra casa.
Testo di: Annalisa Subacchi - Dottore in Scienze Naturali
Foto: dalla rete