le mutazioni del verzellino


L'esordio della passione per il verzellino mutato e l'imprevisto stop

Verzellino mutato pastello Sdraiato in poltrona, ripenso alla mia prima verzellina mutata e alla sua storia. Correva l'anno 1985 ed il soggetto, una presunta pastello, l'aveva catturata un ragazzo di 13 anni, nel suo giardino, insieme a qualche altro verzellino e qualche cardellino. Me l'aveva segnalata un amico allevatore di canarini di colore e mi aveva messo in contatto con il giovane, che si manifesto' disposto a cedermela se gli avessi dato in cambio una coppia dei miei canarini opali.

Non esitai ad offrirgliene due di coppie e, se fosse stato necessario, gliene avrei date anche dieci. Portai a casa questo gioiellino che conservavo come una reliquia, l'accoppiai e riuscii anche a riprodurla, ma ottenni solo un piccolo che il maschio, o qualche altro coinquilino (erano in voliera), mi uccise appena usci' dal nido. Durante la muta persi la femmina "pastello" e cosi' svanirono tutti i miei sogni. Se oggi e' difficile allevare i verzellini, vista la loro fragilita', all'epoca era impresa ancora piu' ardua. Non avevamo ne' le capacita', ne' le conoscenze sull'alimentazione, sulla profilassi e sulla gestione, nozioni che il progresso ci ha regalato. Alla morte della verzellina pensai che, nella mia vita, forse non avrei piu' avuto l'occasione di trovare un verzellino mutato, vista la rarita' con cui i mutati in genere capitavano sul mercato.

All'epoca catturare non destava tutto questo allarme e sdegno (in parte giusto e condivisibile) che desta oggi, ma l'attenzione degli uccellatori era tutta rivolta ai cardellini che, sul mercato, avevano piu' richiesta. Quando nelle reti capitavano verzellini, verdoni, fanelli ed altro, molto spesso li riliberavano, perche' non sapevano cosa farne. Non c'era, poi, la cultura del mutato, per cui, seppur capitava un soggetto diverso, molto spesso passava inosservato e tornava libero in natura.

Un paio di anni dopo un amico, che mi procurava i primi cardellini mutati, mi segnalo' un verzellino "strano" tenuto in una "cinciarella" da un uccellatore. Il soggetto versava in pessime condizioni di salute, soprattutto per lo stato d'abbandono in cui era tenuto, visto lo scarso interesse che aveva destato nel suo detentore. Non fu difficile, quindi, riuscire ad averlo, ma il passaggio servi' solo per cambiare, alla povera bestiola, l'ultima residenza. Era una femmina bruna e, per quanto mi prodigai nel tentativo di salvarla, visse in casa mia solo pochi giorni. Con lei non ci fu nemmeno il tempo di cominciare a sognare. All’inizio degli anni 90 la mia passione per l'allevamento subo' un arresto (forzato) e per oltre un decennio il mio hobby dormi' in un cassetto.






Il ritorno della passione e il tripudio delle mutazioni

Quando ripresi, nel 2003, grazie a mio figlio Carlo, rientrai in un mondo ove le mutazioni, soprattutto del cardellino, erano inflazionate. Non solo cardellini mutati, di svariati tipi, trovavi abbondanti nelle mostre, ma anche ciuffolotti, fringuelli, verdoni, organetti, lucherini avevano invaso il campo. Li' dove, solo dieci anni prima, avevo lasciato una sola mutazione, ne ritrovavo tre, quattro, … dieci. Cosa era successo? Sicuramente era cresciuto l'interesse per i mutati, ma probabilmente erano anche cresciute le conoscenze, l'attenzione, le capacita' a riprodurre e a selezionare. Molte mutazioni presenti sui fringillidi europei erano state traslate sugli spinus americani e viceversa. Erano comparse ed erano state fissate una miriade di mutazioni anche negli esotici ed era quasi impossibile pensare di stare appresso a tutte. E sul verzellino? Sul verzellino non si vedeva nulla.


I primi verzellini mutati

Novelli di verzellino bruno Cominciarono ad apparire foto di qualche soggetto mutato, provenienti soprattutto dalla Spagna. Molte foto erano dei bluff; non si trattava di soggetti puri mutati, ma di R1, R2 di canarino. Comunque, oltre le foto nulla; in mostra non capitava mai di vedere un soggetto puro mutato. Finche’ nel 2007 ebbi la gioia di vedere esposta, all'Internazionale di Reggio Emilia,la prima verzellina bruna (pura). Era una femmina allevata da Paolo Gregorutti che, quello stesso anno, mi cedette un maschio portatore e mi consenti' di avviare l'allevamento del verzellino mutato.

Riuscii, con non pochi sacrifici, ad allevare, riprodurre e fissare questa splendida mutazione. E’ stata una grande fortuna l'aver avuto quel maschio da Paolo perche', per una serie di circostanze avverse, lui ha perso il suo ceppo di bruni e, se non avessi avuto io la fortuna di fissarli, forse oggi non staremo qui a parlarne. Tutta la storia sul verzellino bruno l'ho già raccontata in un altro articolo (di prossima ripubblicazione - ndr). Voglio solo aggiungere una cosa. Per avere la certezza che si trattasse proprio della mutazione bruna e non di un gene diverso, con uguale espressione fenotipica, ho fatto la prova complementare con il canarino bruno ed ho ottenuto maschi mutati bruni, a testimonianza che trattasi dello stesso gene mutante presente nel canarino.






Le segnalazioni di diverse mutazioni

Nel momento in cui si sono cominciati a vedere, nelle mostre, i primi verzellini bruni, sono cominciate a fioccare segnalazioni di verzellini mutati avvistati, catturati o detenuti nelle piu' remote parti del continente ove il serinus alloggia. Soprattutto dalla Spagna sono arrivate foto di soggetti puri mutati che, fenotipicamente, mostravano caratteri assimilabili a quelli del canarino agata, topazio, opale, phaeo, etc. E' cominciata cosi la caccia ai soggetti piu' rari per poter tentare la riproduzione ed il fissaggio delle varie mutazioni.

Con i miei innumerevoli contatti sono venuto a conoscenza che in Sicilia avevano due femmine mutate: una presunta "pastello" ed una presunta "phaeo". Contattai i proprietari e trattai i due soggetti; trovato l'accordo mi imbarcai e scesi giù nell'isola. La fortuna volle che decisi di allungare il mio giro per andare a salutare alcuni amici di Palermo (le mie tappe dovevano essere in tutt'altra parte) ed approfittai della mia breve sosta a Palermo per andare dal caro amico Mimmo Carella...


Dalla Sicilia il verzellino presunto diluito

Verzellino presunto diluito Mimmo Carella mi aveva detto di possedere un verzellino maschio "particolare". Andai da lui e nel suo allevamento trovai un maschio spettacolare, dal fenotipo simile a quello del verdone diluito. L'immensa cordialita' di Mimmo gioco' a mio favore; cosi' tornai a casa anche con il suo maschio. Delle due femmine, la presunta phaeo altro non era che una bruna, ma la presi ugualmente per rinsanguare il mio ceppo; l'altra, apparentemente "pastello", la presi pur avendo saputo che era guarita da una forte infestazione batterica. Sapevo, quindi, che era un soggetto a rischio; infatti poco prima della cova, la persi senza poter verificare cosa potesse essere sotto l’aspetto genetico.

Il maschio di Mimmo, apparentemente "diluito", dal quale prevedevo una trasmissione ereditaria di tipo dominante, in riproduzione manifesto' invece una trasmissione di caratteri di tipo recessivo, inficiando ogni mia previsione. Il primo anno ottenni da lui, accoppiato con tre femmine, ben 15 piccoli, tutti ancestrali, purtroppo con dominanza di maschi (solo 4 femmine). Il secondo anno un brutto incidente, avvenuto nelle mie voliere, mi privo' del maschio mutato e di tre delle quattro femmine (portatrici), oltre che di qualche maschio portatore. Dovetti, quindi, lavorare con l'unica femmina portatrice rimasta ed un maschio portatore (fratellastro). Gli altri maschi li accoppiai con femmine ancestrali per produrre probabili portatori. La coppia di portatori certi mi dette ben 10 piccoli, di cui solo uno mutato che persi (per mia colpa), dopo l'inanellamento. Gli altri, tutti probabili portatori, sono ora in sperimentazione per tentare di tirare fuori un mutato dal quale ripartire per fisare questa splendida mutazione.






Un verzellino giallo dal Marocco

Giovane verzellino giallo Nello stesso periodo che iniziai a lavorare con il presunto "diluito", scoprii sul web un soggetto, anch'esso maschio, proveniente dal Marocco, dal fenotipo totalmente giallo, tanto da sembrare un acianico. Mi misi sulle sue tracce, ma arrivai tardi. Scoprii che era stato ceduto al mio vecchio amico, grandissimo allevatore, Roland Raskin. Roland lo accoppio' con due femmine ancestrali e ottenne diversi piccoli. Riscontro' che, anche in questo caso, si era difronte ad un gene mutante a trasmissione ereditaria recessiva; infatti tutti i soggetti, nati in prima generazione, erano ancestrali. Il secondo anno ottenne maschi e femmine mutati e maschi e femmine ancestrali, ma le condizioni climatiche del Belgio, non sono particolarmente adatte al piccolo serinus, tanto che gliene morirono diversi. Decise, così, di toglierli tutti e mi contatto' per vedere se fossi stato interessato.

Con il mio amico Francesco Giobbi decidemmo di rilevare insieme l'intero ceppo, composto da tre mutati (due femmine ed un maschio) ed una decina di ancestrali, alcuni portatori ed altri probabili portatori. Gli uccelli non erano in piena forma a causa dell'alimentazione molto carica di grassi, fornita dal mio amico belga per proteggerli dal freddo. Faticai un po' a risistemarli prima delle cove, ne persi piu' di qualcuno e assortii male qualche coppia di ancestrali, non individuando esattamente i portatori ed ottenendo, da questi, solo prole ancestrale. Comunque sono poi ripartito con un mio programma per creare un ceppo forte e stabile ed i primi anni ho preferito produrre svariati ancestrali portatori, di linee di sangue diverso e pochi mutati consanguinei. Oggi il ceppo si sta fissando e stabilizzando, ma c'e' ancora da lavorare per poter affermare con assoluta tranquillita' che anche questa mutazione e' stabilmente fissata. Quello che per ora voglio preannunciare e' che questo gene mutante, non presente nel canarino, e' allelico all'opale. Ne ho avuto conferma attraverso prove complementari fatte con il canarino opale e, tra i miei programmi futuri, c'e' anche quello di traslare questa mutazione sul canarino.


Verzellino mutazione phaeo Dalla Valle d'Aosta il verzellino phaeo

Altra mutazione in mio possesso, forse la piu' bella ed affascinante tra tutte, e' la phaeo. Dai caratteri fenotipici e dal comportamento genetico, ritengo di poter affermare che trattasi dello stesso gene mutante presente nel canarino. La prossima stagione cove effettuero' la dovuta verifica, accoppiando dei soggetti portatori, ottenuti quest'anno, con delle canarine phaeo. I risultati chiariranno ogni dubbio.

Questa mutazione proviene da un maschio, la cui storia e' veramente singolare. Durante il taglio di alcune piante, in un paesino della Valle d'Aosta. e' venuto giu' un nido con tre piccoli di verzellino. La persona che lo ha trovato, non essendo allevatore e non sapendo cosa fare, ha deciso di affidare il nido ad un suo amico, allevatore di canarini, che ha posto i tre pullus a balia sotto una canarina. L'allevatore, esperto, ha notato subito che tra i tre (peraltro molto piccoli, con pochi giorni di vita), ce n'era uno con gli occhi rossi. La canarina e' riuscita a portarne a termine solo due, quello con gli occhi rossi ed un ancestrale. Purtroppo (e per fortuna) a fine muta e' arrivato solo quello con gli occhi rossi, che ha manifestato i caratteri fenotipici del phaeo.

L'allevatore, grandissima persona, che risponde al nome di Marco Grumolato, non sapendo come meglio gestire il soggetto, mi ha contattato e me lo ha ceduto. Io l'ho accoppiato con tre diverse femmine, tra le quali una bruna ed ho ottenuto una decina di figli. Nella stagione cove appena trascorsa, ho perso il maschio mutato ed ho dovuto accoppiare le due femmine portatrici con due fratellastri portatori, mentre gli altri maschi portatori li ho accoppiati con femmine brune e femmine ancestrali per ottenere il maggior numero di probabili portatori in modo tale da garantire una maggiore sicurezza sul percorso intrapreso. I risultati delle cove non sono stati buoni, avendo ottenuto alla fine solo un soggetto mutato; per contro diversi portatori e probabili portatori hanno incrementato l'allevamento, lasciando ben sperare sul futuro. Staremo a vedere.






E finalmente, ancora dalla Sicilia, il verzellino topazio

Verzellino maschio topazio Verzellino femmina topazio
Ultima mutazione, pervenuta a fine inverno dalla Sicilia, sempre grazie al mio amico Mimmo Carella, e' (presuntivamente) la topazio. Si tratta di un maschio, recuperato da Mimmo, in un pessimo stato di salute, risistemato in breve tempo e consegnatomi all'inizio delle cove. I primi risultati riproduttivi sono stati, come prevedibile, assolutamente negativi, ma, a fine stagione, sono riuscito ad avere un paio di nidiate, dalle quali ho salvato e portato a maturazione qualche piccolo.

Nella prossima stagione vedremo se la fortuna sara' dalla nostra parte. Oltre queste mutazioni in mio possesso ed in corso di stabilizzazione, sembrerebbe che si stia lavorando su altre due mutazioni, una simile alla pastello e l'altra simile all'agata. Uso il condizionale perche', sicuramente, soggetti con queste caratteristiche fenotipiche sono comparsi e si sono visti, ma non si ha la certezza che chi li detiene sia riuscito a riprodurli ed abbia un numero consistente di figli. Purtroppo molte persone, a caccia solo di gloria, spesso millantano successi non veri, stravolgendo quella che dovrebbe essere informazione scientifica utile a tutti.



Testo e foto di Ing. Edmondo Mazzoli  Copyright©verdiardesia.com

articolo pubblicato sul periodico "Alcedo" - n°89 2016




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