il lucherino testanera albino (lutino)


Preambolo

Maschio lucherino testanera albino Il Lucherino Testanera (Spinus magellanicus) Albino e' una mutazione autosomica recessiva della forma ancestrale (selvatica) del fringillide sudamericano, comparsa circa venti anni fa in Belgio e selezionata inizialmente in Nord Europa. La mutazione comporta l’albinismo: inibizione totale della sintesi delle melanine.

I soggetti albini (detti Lutini) hanno il piumaggio giallo con il sottopiuma chiaro, senza la benche' minima traccia di melanine. Becco, zampe ed unghie carnicine, occhio con iride depigmentato di un nitido colore rosso.

A novembre 2014, il collega ornitofilo Ruggiero De Luca, mio concittadino ed appassionato ornicoltore, di ritorno dalla rassegna specialistica “Fringillia”, che all’epoca si svolgeva a Bellaria Igea Marina, a pochi chilometri da Rimini, mi descrisse entusiasta la bella esposizione di uccelli indigeni, esotici ed ibridi da lui visitata per la prima volta, incantandomi con l’appassionata descrizione di quattro fantastici stamm in esposizione: due di verzellini mutati bruni e due di meravigliosi Lucherini testanera albini (correntemente definiti con termine poco appropriato “Lutini”).


Il sogno della mitica chimera

La descrizione dei Lucherini testanera albini decisamente infiammo' la mia immaginazione, stimolando in me la ricerca documentativa su questi rari esemplari di fringillide esotico mutato e, allevando gia' con discreti risultati la specie ancestrale e la sua mutazione Topazio, decisi di mettermi sulle tracce della mitica chimera, per tentare di acquisire al mio ceppo alcuni soggetti albini – alias “lutini” – da allevare e riprodurre in purezza.






L’impresa si rivelo' subito tutt’altro che agevole. Contattai il giudice internazionale Renzo Esuperanzi, noto esperto e cultore di EFI, per avere dei nominativi di allevatori italiani della rara mutazione. Ottenni in realta' un solo referente che contattai premurosamente a maggio 2015. L’allevatore piacentino mi parlo' entusiasta del Testanera albino, riservandosi di darmi conferma piu' avanti della propria disponibilità di soggetti da cedere.

A fine giugno dello stesso anno mi rifeci vivo con l’ornicoltore in parola, ottenendo purtroppo un riscontro negativo alla mia richiesta, poiche' una primavera quell’anno terribilmente calda al Nord, con temperature ben sopra la media stagionale, aveva compromesso gran parte delle covate dei sudamericani, provenienti alle origini della specie ancestrale, da areali montuosi boschivi del Sud America (Colombia, Argentina, Brasile, Peru', Cile, Ecuador, Bolivia, Venezuela, Paraguay, Uruguay, Guyana), e quindi piuttosto insofferenti alle alte temperature, specie nel periodo riproduttivo.


Una traccia importante

Maschi lucherini testanera albini L’allevatore emiliano fu comunque tanto cortese da fornirmi una valida traccia per tentare di acquisire ugualmente dei soggetti e, sulla scorta dell’informazione ricevuta, il 31 ottobre 2015, in compagnia di un gruppetto di amici ornitofili di Barletta, partimmo di notte in treno alla volta di Rimini e quindi da Rimini proseguimmo in taxi per Morciano di Romagna, ridente localita' del riminese dove nel frattempo gli organizzatori avevano trasferito la celebre rassegna “Fringillia”.

Giungemmo a Morciano di Romagna di primo mattino e, alle ore 7:30 di una bella giornata di inizio novembre, eravamo gia' davanti la sede dell’esposizione in attesa che gli organizzatori aprissero la mostra. Una volta all’interno del capannone, iniziai avidamente a passare in rassegna le gabbie in esposizione a concorso e mercatino, all’ansiosa ricerca della mitica chimera per la quale ero arrivato in Romagna che, con buona dose di fortuna, finalmente trovai!


Il sogno si materializza

In un angolo della mostra scambio vi erano alcune gabbie ancora sigillate, nelle quali campeggiavano, vivaci e canterini, diversi Lucherini testanera albini, alcuni di un bel giallo canarino intenso (che ritenni dei maschi), altri di un giallo sbiadito (evidentemente femmine). Vicino le gabbie dei lutini, svolazzavano dei Testanera di piumaggio ancestrale con un anellino colorato aperto in aggiunta al contrassegno istituzionale inamovibile FOI, che sperai in cuor mio fossero dei portatori di albino.

Infatti avevo preventivato, sia per convenienza economica che di opportunita' d’allevamento, di puntare i miei primi acquisti della mutazione su una coppia di ancestrali portatori di albino, non avendo intenzione di sborsare cifre astronomiche acquistando uno o piu' soggetti puri; anche perche', conoscendo poco la mutazione, che da una documentazione sommaria mi risultava tutt’altro che facile da riprodurre, temevo di spendere in modo avventato il mio denaro.







Due portatori, invece, mi avrebbero consentito l’opportunità di produrre in un anno, con un po’ di fortuna, almeno un soggetto puro albino, considerando che la mutazione in parola e' recessiva autosomica.

Dopo poco giunse in mostra l’allevatore proprietario dei soggetti che stavo ammirando e cosi', in men che non si dica, contrattammo ed ottenni una coppia di magnifici portatori di albino, al prezzo piu' o meno del doppio di quello di una coppia di conspecifici ancestrali omozigoti. L’incognita pero' da svelare con la riproduzione primaverile degli uccelli, sarebbe stata la serieta' dell’allevatore che mi aveva ceduto i volatili; impresa ardua, considerando quel modesto 25% di probabilita' di ottenere soggetti albini accoppiando due ancestrali portatori.

Percentuale che teoricamente si rileva congrua su un numero significativo di soggetti prodotti, ma che evidentemente puo' restare totalmente inespressa su un numero limitato di nascite, quale si puo' ottenere in una stagione cove da una sola coppia di riproduttori.


Il trionfo della passione

Chioccia lucherino testanera testanera albino La fiducia che riposi in quell’acquisto e la passione che mi aveva letteralmente catapultato in Romagna da Barletta, avrebbero avuto ben presto la loro giusta e significativa ricompensa...

Dopo alcuni mesi invernali di trepida attesa, impegnati a curare con grande dovizia di accorgimenti la coppia dalle promesse uova d’oro, ecco finalmente annunciarsi la primavera 2016 con i primi tepori di fine febbraio, l’incremento delle ore di luce solare, i cieli pugliesi tersi di un vivido azzurro, gli infuocati tramonti vespertini, la soave fragranza dei fiori di Gelsomino, il canto melodioso degli uccellini sinantropi (specie selvatiche dimoranti in citta'), in procinto di avviare la riproduzione urbana.

Ai primi di marzo unii la coppia dei portatori di albino in parola, collocandola in una razziera tradizionale di filo di ferro zincato da 90 cm. di lunghezza, posizionata nella veranda di casa adibita ad aviario dei Lucherini Testanera.

Iniziai da subito a fornire l’alimentazione stimolante: pastoncino umido a base di perle morbide, sfarinato secco composto del commercio, uovo sodo, piselli surgelati, integrazione vitaminica. Dopo una quindicina di giorni inserii il cestino di vimini infrascato da verde sintetico; fornii fibre di iuta, sisal, cotone e cocco ed a fine marzo ecco le prime candide uova. Tre deposte regolarmente nel nido e sostituite di primo mattino, la quarta ed ultima inspiegabilmente rinvenuta rotta sul fondo della gabbia.

Particolare allarmante era pero' che la femmina, terminata l’ovodeposizione, non manifestava alcuna intenzione di procedere all’incubazione delle uova. A quel punto fui preso dal panico, non sapendo come gestire la situazione e non avendo altre coppie di Testanera con ciclo riproduttivo sincrono a quello dei portatori di albino. Per fortuna mi venne in soccorso una coppia di Cardinalino del Venezuela che aveva in cova delle uova che verificai essere infeconde.







Sostituii, titubante le uova dei cardinalini con quelle dei Testanera e constatai che l’espediente funzionava, in quanto la cardinalina non esito' a posizionarsi da chioccia sulle uova che le avevo affidato. Cinque giorni di trepida attesa della speratura, allorche' constatai che, purtroppo, un solo uovo risultava embrionato; era gia' qualcosa che il giovane maschio Testanera fosse in grado di fecondare, ma ovviamente le aspettative di ottenere da quell’unico uovo in cova un pulcino mutato erano ormai quasi nulle, dea bendata a parte.


L’assistenza della “dea bendata”

Pulcini di lucherino testanera testanera albino Ma la dea bendata in realta' – a mia insaputa – aveva stretto con me nel 2016 un fantastico patto di ferro ed immaginate il mio tripudio, la mia euforica incredula felicita', allorche' alla schiusa di quell’unico uovo fertile prodotto dai Testanera portatori di albino, nacque proprio un pulcino albino, inequivocabilmente riconoscibile per il piumino candido e l’occhio depigmentato, sebbene ancora serrato nelle palpebre chiuse.

La balia cardinalina tiro' su quel pulcino, mia prima araba fenice, con grande zelo sino allo svezzamento. Intanto la coppia dei portatori, privata delle uova, continuava a deporre con cadenza settimanale. Le uova venivano sistematicamente affidate a coppie di cardinalini ancestrali che continuavano a rivelarsi balie perfette ed amorevoli per i pulcini Testanera.

Per farla breve, a fine stagione riproduttiva, la coppia di Testanera portatori di albino aveva deposto uova per cinque covate di seguito, senza mai covare, per un totale di 15 uova recuperate integre. Di queste uova ne schiusero 7, con il successivo svezzamento di tre testanera lutini (che si rivelarono a muta ultimata due maschi ed una femmina) e 4 ancestrali (3 femmine ed un maschio), per i quali risultava impossibile discriminare tra puri omozigoti e eterozigoti portatori di albino. Tenni i soggetti puri e cedetti tutti i fratelli di piumaggio ancestrale.


Nuova ricerca in Romagna a “Fringillia”

Con un nuovo raid autunnale nel 2016 a Fringillia di Morciano di Romagna, acquistai dallo stesso allevatore che mi aveva ceduto la prima coppia di portatori, un’altra coppia sempre di ancestrali portatori di albino, cosi' da assortire nella primavera successiva (2017) due coppie di puro x portatore (con soggetti puri di entrambi i sessi e relativi partner portatori), una coppia di maschio puro x ancestrale omozigote (al fine di produrre dei portatori certi di albino) e la coppia iniziale FOI 2015 di ancestrali eterozigoti, entrambi portatori di albino.







La deludente riproduzione 2017

La primavera 2017 ero quindi fiducioso di produrre da 6 a 10 Testanera albini, ma non avevo fatto i conti con l’imponderabile tradimento della dea bendata. In realta' la stagione riproduttiva 2017, nonostante si rivelasse particolarmente produttiva per tutte le specie sudamericane che ho in allevamento, fu un totale flop per i Testanera albini.

I maschi albini non fecondarono, o fecondarono in modo incostante e saltuario, non riuscendo ad ottenere alcun pulcino puro o portatore certo; la coppia di portatori FOI 2015 non fece più faville come il primo anno e non produsse alcun nuovo soggetto albino, dopo i tre magnifici che mi aveva regalato nel 2016.

Mi consenti' di svezzare solo due soggetti che ritenni prima della muta una coppia, comunque da provare nella riproduzione 2018 con partner puri.

Per fortuna tutto il gruppetto di riproduttori, formato da: due coppie di portatori (2015 - 2016) - due maschi ed una femmina puri (2016), godeva di ottima salute ed ormai non restava che riporre tutte le speranze nella riproduzione 2018, augurandomi per quell’epoca di riallacciare con la dea bendata l’ottimo rapporto del 2016.

Perché vedete, i risultati di allevamento, in particolare con le specie e varieta' più difficili da riprodurre, sono la somma di un corretto management di allevamento, ma anche di tanta, tanta fortuna.


Il pregiudizio sulla mutazione albino

Lucherino testanera albino novello Un’ultima annotazione: si vuole che la depigmentazione dell’iride dei Testanera, determinata dalla mutazione recessiva albino, riduca il visus degli uccellini. Francamente i miei tre albini non manifestano in modo evidente ed inequivocabile tale presunta menomazione sensoriale di origine genetica.

I due maschi si sono sempre presentati canterini, vivaci e focosi nelle gabbie da cova di 90 cm. di lunghezza, accoppiandosi ripetutamente con le femmine ancestrali durante la stagione riproduttiva.

L’unica femmina albina in mio possesso ha edificato per tre covate consecutive un nido perfetto in un cestino di vimini interno, covando sempre assiduamente. Credo sarebbe stata capace anche di imbeccare le nidiate, se le sue uova si fossero rivelate fertili.

Quindi non indugiamo in infondati pregiudizi che fioriscono sempre con estrema facilita' su ogni essere vivente, vegetale ed animale umano compreso, che si discosti fenotipicamente dalla norma. Anche se non escludo che insistendo negli accoppiamenti tra soggetti puri x portatori ed ancora peggio, puro x puro, si possa incorrere progressivamente nel deterioramento di alcuni parametri fisiologici degli uccellini.

Ecco perche' e' sempre bene pianificare negli allevamenti di Testanera albini uno o piu' accoppiamenti di puro x ancestrale, al fine di ottenere dei portatori rinvigoriti dal genotipo dell’ancestrale omozigote (varieta' selvatica).

Termino qui di raccontarvi la mia prima esperienza con la fantastica mutazione albino del Lucherino testanera, ripromettendomi di scrivervi il seguito mi auguro con risultati riproduttivi piu' lusinghieri di quelli sortiti nel 2017.



Testo foto e allevamento Francesco Chieppa  Copyright©verdiardesia.com



Epilogo

Questo articolo fu pubblicato sulla rivista “Italia Ornitologica” FOI, a fine 2017 (ottobre). Le riproduzioni successive del Lucherino Testanera Albino, intraprese negli anni 2018 – 2019, sono andate a buon fine e mi hanno consentito di cedere diversi soggetti puri e portatori, ad allevatori italiani e stranieri.

Non ho riprodotto durante la stagione 2020, a causa della pandemia di Covid-19 e relativo fermo di mostre e concorsi ornitologici. La riproduzione della mutazione riprendera' per la prossima stagione primaverile 2021.

Intanto ho scritto un nuovo articolo sulle mie esperienze piu' recenti di allevamento del Lucherino Testanera Albino, che troverete presto nella Biblioteca di questo portale.


F. C. – redazione verdiardesia.com




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