Isole Canarie: visita al Loro Parque


Ingresso al Loro Parque Quest’anno la consueta vacanza estiva da me sempre vissuta con umori contrastanti (chissà i canarini a casa…), ha avuto in Tenerife (Isole Canarie) la sua destinazione e devo dire che mai come questa volta lo spirito alla partenza è stato decisamente nuovo e pieno di aspettativa (disastri aerei a parte), per la presenza sull’isola del Loro Parque. Quale appassionato di ornitologia in generale e di psittacidi in particolare, non ha mai sentito parlare di questo “paradiso”? Nessuno sicuramente e così, ben prima della partenza, la visita del parco era il primo dei miei pensieri vacanzieri. Allora, giovedì 28 agosto alle 8.30 del mattino si parte da Playa de Las Americas (sede del mio soggiorno) e si trascorrono circa un’ora e mezza in pullman per raggiungere Puerto de La Cruz, capoluogo dell’arcipelago e sede del parco. All’arrivo ci si rende subito conto dell’immensità di questa struttura: migliaia di persone sembrano affollare il parcheggio interno e loro, i pappagalli signori del parco, presenti già ovunque. Due statue di bronzo (?) di Cacatua sorvegliano l’ingresso, grida inconfondibili che provengono da ogni parte e la foto (obbligatoria!) alla consegna dei biglietti di ingresso con un Ara Macao ed un’Ara Militaris.

Rarissimo ed imponente esemplare di tigre albina Una volta entrati si para subito davanti a noi un altro piazzale, seguito da un ponticello che da su un lago gremito di Carpe Koi, ben disposte ad accettare qualunque cibo offerto loro dai visitatori (è sempre così…). Il percorso è suddiviso in “zone” numerate, con i vari animali o attrazioni così non ci si può sbagliare e non si perde nulla. Lungo tutti i vialetti, innumerevoli file di voliere ospitano i pappagalli in coppia, singoli, o in gruppetti suddivisi proprio come nelle classificazioni tassonomiche. Così i primi ad essere incontrati sono i vari Amazona e devo dire che ci sono proprio tutti (almeno questa è stata la sensazione all’inizio). Si prosegue con lo spazio dedicato ai gorilla ed il pinguinario, al coperto ed al buio con la passatoia mobile, e questo spazio è veramente magnifico: attraverso una parete di vetro che corre lungo tutto il percorso, si possono ammirare i pinguini sopra e sotto l’acqua ed udire i versi, attraverso gli altoparlanti, delle tre specie ospitate: Papua, Reale e Magellano. Più o meno ordinatamente lungo l’itinerario di visita si susseguono la vasca con i delfini, quella con le orche e quella con i leoni marini; non avevo mai assistito ai loro spettacoli se non in televisione e devo dire che mettono letteralmente la pelle d’oca per l’intelligenza che dimostrano. I leoni marini in particolare ne hanno dato veramente una prova eclatante. L’acquario che ospita innumerevoli specie di pesci è articolato in numerose “stanze” di diversa forma; suggestivo il tunnel con gli squali che nuotano sopra le teste dei visitatori. E poi ancora tartarughe terrestri immense, tigri (che spettacolo quella albina), varie scimmie del Madagascar, iguane, l’orchidario...

Un Kea (Nestor Notabilis) incuriosito dal fotografo Ma i pappagalli? Già, è proprio un po’ questa la domanda che per certi versi ci si pone osservando la massa delle persone, un po’ tutti a bocca spalancata per il resto degli animali e dei loro show, ma pochi visitatori si vedono fermi davanti ad una voliera di pappagalli per fotografarli e/o ammirarli. Poco male, in fin dei conti ho più spazio per me che non me ne perdo uno. Ci sono anche i più rari e per fare degli esempi concreti cito i Cacatua Gang-Gang, il Cacatua Nero Magnifico (incredibile), l’Ara testa blu, il Kea ed i Pappagalli Accipitrini. Citarli tutti è impossibile se non con le cifre: circa 4.000 esemplari di 350 specie e sottospecie. Tuttavia la sensazione è che qualcosa non sia esposto, infatti sono molte le zone con strutture protette dai consueti cartelli “keep out”. Le strutture più grandi sono l’incredibile voliera delle Ara Glaucogularis, quella dei Cacatua (e qui ci sono proprio tutti) e quella dei Lori (vista solo in foto, infatti una enorme impalcatura recante l’immagine di una struttura mastodontica in costruzione, oscurava la zona per lavori in corso, ma le grida dei Lori si udivano ugualmente provenire dall’interno). Il Loro Parque è famoso altresì per lo spettacolo dei pappagalli, il “Loro Show”, dove si sono esibiti con numeri di alta scuola (l’”ubriaco”, il “ciclista” ed il “matematico” i migliori) Ara Macao, Ararauna, Giacinto e Cacatua ciuffo giallo. Un’amazzone durante i numeri ha sempre “schernito” i propri “colleghi” con fragorose risate da bambino. Alla fine dello spettacolo, da due opposti sportelli disposti ai lati del tavolo delle esibizioni, si sono involati attraversando tutta la sala e le teste degli stupefatti spettatori, gruppi di Conuri del Sole, Lorichetti Arcobaleno e Loricoli.

Lungo il percorso sono visibili al pubblico, attraverso grandi vetrate, le zone adibite alla nursery per i piccoli pappagalli ed allo stoccaggio e preparazione del cibo per gli adulti. Nella prima così come nella seconda sono ben visibili i prodotti del commercio della ditta sponsorizzatrice di alimenti per uccelli, pappe da imbecco, pastoni, integratori. Incredibile la quantità di cassette di frutta fresca di ogni tipo, utilizzata in macedonia o intera, e la scrupolosa igiene osservata. Ho ancora in mente la signora che imbeccava i piccoli con camice bianco, mascherina e guanti, tutto assolutamente sterile.

E in questo paradiso terrestre, senza che ce ne accorgessimo, è arrivata l’ora di partire… sentimento dominante è solo il desiderio di ritornare e di consigliare a chiunque di visitare il “Loro Parque”, con uno spirito non solo turistico ma anche rispettoso di quanto la natura ha di bello che non possiamo fare altro che tentare ad ogni costo di preservare. Vi lascio ancora qualche “ornitonota” sull’isola di Tenerife. Dal nostro arrivo alla partenza un gruppetto di Parrocchetti Monaci ci ha tenuto compagnia nei pressi dell’hotel, ennesimo segno che questa specie ha colonizzato nuovi areali rispetto agli originali. I canarini li ho visti, anche se non benissimo, in stormi, pure vicino a zone abitate mentre molto meglio ho potuto osservare i fanelli. Strano davvero, in tutta l’isola non si parla mai dei canarini: né souvenir che li raffigurano, né una parola delle guide che ci illustravano la natura dell’isola, né qualsivoglia altro; e pensare che hanno conquistato il mondo da centinaia di anni.




Amazzone fronte blu (Amazona Aestiva)    Amazzone testa gialla (Amazona Oratrix)    Cacatua becco lungo (Cacatua Tenuirostris)    Interno del parco: il trenino

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Testo e foto di: Mauro Milanesio



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