Possiamo ingabbiarli e selezionarli, ma resteranno sempre misteriosi e imprendibili.
Ci affascinano dallalba del Mondo perché padroni del
cielo e quindi vicini alle dimore delle divinità, messaggeri
di disegni celati, creature magiche.
Basti pensare che nelle civiltà mediorientali antiche, come
Sumeri, Caldei e Babilonesi, gli Dei e i loro messaggeri hanno le
ali di uccelli. Anche gli Angeli Cristiani le hanno e lo Spirito
Santo è raffigurato da una colomba. Per non dire dellegizio
Dio Horus, che ha la testa di falco. Laquila è uccello
divino per eccellenza: vola molto in alto vicino agli Dei e per
i Pellerossa è il Sacro Uccello del Tuono.
Ancora ai giorni nostri i comportamenti, le migrazioni, la psicologia
degli uccelli restano misteriosi. Antichi popoli europei e italici
li collocano dunque accanto a divinità, con una loro funzione.
Per la mitologia nordica sono i corvi i messaggeri del supremo Dio
Odino. Girano nel mondo portandogli notizie e recando a loro volta
messaggi. Presso la mitologia celtica il corvo è ancora compagno
della Dea della Guerra, Morrigan, che si trasforma in corvo. Il
bianco cigno è una guida per i guerrieri morti. Presso i
Greci gli uccelli notturni sono compagni della Dea Atena e conoscono
il futuro
Più lontano, anche gli psittacidi sono rappresentati
dal pappagallo cavalcatura di Kama, il Dio dellAmore per gli
Indù, e sono guardiani sacri delle piramidi Maya. E tanti,
tanti ancora sarebbero gli esempi
Sui
colli di Roma e dintorni
La
divinazione è presente nei popoli Etrusco e Romano. Quella
a mezzo del volo degli uccelli si chiama AUSPICIO, da aves-spicion,
cioè osservazione degli uccelli. Gli AÙGURI erano
sacerdoti che facevano previsioni studiando il comportamento delluccello
in volo. È una consuetudine Romana: fra Romolo e Remo venne
deciso che sarebbe stato re il primo, perché dal colle Palatino
avvistò particolari uccelli, mentre Remo nessuno.
I consoli Romani potevano interrogare il volo degli uccelli per
sapere il futuro, che comunque era immutabile. Insomma, era una
divinazione più Romana che Etrusca, anche se già presente
in questo popolo. Si divideva il cielo in zone e si osservavano
gli uccelli di passaggio. La zona di nord-est era buona, sud-est
discreta, sud-ovest non propizia e nord-ovest pessima, essendo quella
la zona degli Inferi (i morti).
Gli Etruschi divinavano guardando verso sud dando le spalle al nord:
quello che avevano davanti (sud) era la pars antica,
il nord la pars postica, lest la pars familiaris
(buona) e lovest la pars hostilis (cattivi auspici).
Per esempio, il Picchio era sacro a Marte e veniva usato per auspici
su guerre e battaglie. La tecnica è poi ripresa dallAUSPICIUM
Romano, ma il volo degli uccelli era considerato messaggio divino
da tutti i popoli dItalia. Laquila resta il simbolo
più famoso delle legioni Romane e di ogni Imperatore.
Provate un po a trovare auspici per le prossime mostre e cove
Mariella
Bernacchi - scrittrice - dott.ssa in Scienze Naturali
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