Il Portale Italiano dell'Ornitofilia V&A - le vostre storie di uccelli


Ginevra - Nicoletta Allara'
 






Una rondine - Hirundo rustuca Finalmente ho ottenuto questo part-time pomeridiano e sono contenta di essere qui, alla macchinetta con gli operai. Non lavoro in un ufficio di prestigio o una palazzina a specchio, e' un'officina meccanica dove modellano piastre di ferro, l'odore e' acre, le persone buone, con le mani sporche, pronte al sorriso. Salgo nel gabbiotto, accendo la radio e il condizionatore, l'occhio mi cade sulla pila di documenti che si e' accumulata, sono salita con il caffe' in mano e la buona intenzione nell'altra.

Mi piace cosi', non ci sono grafici e budget da raggiungere, ti senti ancora un essere umano, capita che il capo venga a divagare sui progetti lavorativi o a raccontare di se'. Ho sempre il caffe' pagato dagli operai, perche' ho chiesto ed ottenuto che avessero il distributore automatico a gettoni, e per quanto non potessi proprio immaginarlo, per loro doveva essere davvero una questione seria, soprattutto dopo le sei, quando restano i lavori urgenti da finire e non e' possibile staccare dalle frese, il caffe' diventa consolatore dei loro pensieri a spirale.

Ogni tanto passano i rappresentanti, si fermano in officina con il capo, si trasformano in sorprendenti pettegoli di attivita' altrui, di vite parallele, di impiegate dai vestiti succinti con le relative interpretazioni, e io, mio malgrado, sento tutto per il vetro leggero che mi circonda.

Unica altra presenza femminile e' Ginevra, la rondine che sta in un angolo del soffitto dell'officina, l'ho soprannominata cosi perche' ha il piglio di una regnante. Stava qui prima di me. Sono rimasta sbalordita dalla sua presenza, non lo pensavo possibile per una rondine convivere con quel rumore di fondo, non avevo ancora visto la sua padronanza, quel modo di entrare e uscire in quell'ambiente innaturale, volando sopra alle macchine, gli operai e il cane.






Vivevo in un vecchio cortile osservando per ore i nidi di rondine costruiti sui soffitti esterni di legno, ore che consumavo sognando, avevo sette anni e un padre buono che la sera si fermava a guardare con me, l'andirivieni delle rondini nei nidi, parlando della vita e della morte, dei fallimenti e di mani che aprendosi lasciavano intravedere mosche morte, o almeno era quello che capivo perche' a sette anni non puoi interpretare il significato delle metafore.

Mia madre non faceva che rimproverarlo per qualcosa. La odiavo per questo. La rondine non si comportava come lei, la rondine ama tutta la sua famiglia, nutre di continuo i suoi piccoli che cinguettavano frenetici ammassandosi verso il becco della madre. Vivevo quell'attesa di nutrizione dell'anima, ma a me non arrivava nulla e che era destinata a crescere nel tempo.

rondine con nido Ginevra ha deposto le uova e in breve sono spuntate le teste dei suoi piccoli, vola veloce per nutrirli, ho provato a lasciarle delle briciole sulla finestrella del gabbiotto, ma le ignora ed esce. Ginevra sa il fatto suo e non cerca nulla da nessuno, lei questo lo sa gia', sono io che devo ancora capirlo, io sono rimasta al primo nido, quando credevo e speravo bastasse rimanere in attesa per ricevere.

Quando accadde non capii subito cosa significasse, avevo undici anni, in una fase in cui le persone ti parlano a mezze parole, non tanto per proteggerti, quanto per capacitarsi, eppure comprendi che e' qualcosa di serio. Vennero a prendermi a scuola, una coppia di vicini di casa, mi dissero che i carabinieri avevano portato via mio padre, ero troppo terrorizzata per chiederne il motivo.

Sicuramente stavamo subendo un'ingiustizia, sicuramente si erano sbagliati, o forse mio padre serviva da testimone per un incidente stradale, avevo sentito dire che bisogna presentarsi in caserma in quel caso. Mio padre non rientro' per molto tempo e quella sera rimasi seduta per terra sotto il nido delle rondini fino ad addormentarmi, il loro cinguettio era come una carezza amicale, con loro non sarebbe successo niente, le rondini non fanno nulla di cattivo.

Mia madre non si occupo' di sapere di me in quel momento e per il resto della vita, mi resi conto che non l'aveva mai fatto neppure prima. Mi trascino' via con lei per settimane in un posto di mare, in quella fredda primavera, e cosi' seppi, seppi da lei, sempre con mezze parole, davvero poco coraggiose.






Seppi che mio padre aveva abusato di un ragazzino della mia eta' ed era accusato di pedofilia, eravamo minacciati dalla famiglia della vittima, lo ero io mi disse. Pensai solo che non fosse possibile, come a quell'eta' non ti pare possibile che si possa incontrare gli alieni, che una madre possa uccidere un figlio, che una persona possa rovinare la vita di un altro, che un'inondazione possa spazzare via case e fondamenta.

A quell'eta' credi che basti essere buoni e tutto funziona, cosi' come ti e' stato raccomandato dalla tua famiglia e da un Dio severo. La odiavo anche li', piangente, distante, incapace di prendermi tra le sue braccia, era semplicemente rabbiosa e cosi' rimase per tutta la sua vita, corsi via da lei a rinchiudermi in un buio che duro' anni.

Una rondine - Hirundo rustuca Ho pensato di sostituire le briciole per Ginevra con insetti morti, ed ha funzionato, e' accaduto che lei li prendesse, ma solo quando sparisco, non posso pretendere, e' un essere diffidente e gentile. Allora glieli lascio scivolare sul davanzale del gabbiotto prima di andar via e il giorno dopo non li trovo piu'.

Ginevra ha una dignita' invidiabile che a me e' stata portata via presto. Ho vissuto un'adolescenza scura, rubata, vedevo gli altri che si divertivano come in un film nel quale non apparivo nemmeno come comparsa, vivevo un forte senso di vergogna per la mia famiglia, avevo la percezione degli occhi puntati addosso e la minaccia di fatti incombenti che ci ha corroso l'anima.

Una notte sognai di vivere in un campanile, di guardare sorridente dall'alto l'intera vallata, di librarmi in volo su paesi, colline, campi, persone e tutto era luminoso, il cuore riconosceva una felicita' limpida, ero una rondine felice.

Sono volata via secondo le regole della famiglia, con un matrimonio, dei figli e un percorso impeccabile affinche' la famiglia non fosse oggetto di nuovi scandali, riscattando quanto era possibile, mentre ferite sporche mi rimanevano addosso. Tutt'ora in me l'odio si mescola all'amore, la rabbia alla spinta di vivere, per loro anche per me.






Ginevra oggi si e' appoggiata alla finestrella, gli insetti non c'erano ed e' per questo che ho sentito la commozione rigarmi le guance di lacrime, immobile e senza respirare l'ho ringraziata per quel saluto. Ginevra e' saggia e adulta, si occupa della sua vita senza paura. Fingero' un'allergia primaverile per spiegare queste lacrime a quanti le noteranno, Ginevra passa lo sguardo all'interno dell'officina, chissa' se prova lo stesso affetto.

Respirero' piano la vita Ginevra, non devo nascondermi a nessuno, ne' continuare a cambiare ambiente, prendero' un altro caffe' con gli operai e mi faro' coraggio, come fai tu quando vieni a prendere gli insetti.



Racconto di: Nicoletta Allara'  Copyright©verdiardesia.com
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