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Sopravvivere, concetto fondamentale per tutti gli esseri viventi. Ma da cosa dipende? Dal sesso, dalla razza, dalla possibilita' di avere un territorio e cibo in
abbondanza. Ma siamo sicuri che dipenda solo da questi fattori? Esiste un aspetto che talvolta ignoriamo, ma che forse e' il piu' importante da tenere in considerazione
tra tutti quelli citati: e' l'influenza esercitata sul singolo individuo dal comportamento degli altri membri della popolazione che competono per la stessa risorsa.
Quando un animale deve cercare una risorsa limitata, cibo o partner o territorio, la sua scelta dipendera' e sara' influenzata dagli individui della popolazione.
Dovra' decidere se vale la pena combattere per quella risorsa o desistere e cercarla altrove.
Non dobbiamo pensare che la competizione sia un atto di pura crudelta'. La legge della natura afferma che solo chi sara' capace di adattarsi meglio alle difficolta'
della vita, chi riuscira' a gestire meglio i propri avversari, avra' successo evolutivo, cioe' riuscira' a sopravvivere e trasmette i propri geni alle generazioni
successive. Per meglio chiarire questi concetti, facciamo un esempio. Immaginiamo due tipi di habitat, uno ricco di risorse e l'altro povero.
Gli individui che arriveranno per primi andranno a colonizzare l'habitat piu' ricco, gli altri si dovranno accontentare dell'habitat piu' povero. Gli ultimi, non avranno a disposizione
nessuno dei due ambienti e saranno costretti ad andarsene. In natura questo accade, per esempio, nelle foreste Wytham (Inghilterra), in cui le cinciallegre occupano
completamente i boschi di querce. Alcuni uccelli saranno esclusi dalla foresta e dovranno nidificare lungo le siepi, molto piu' esposte al pericolo predatorio, dove
la disposizione di cibo e' limitata. Quando un individuo della foresta lascia il nido, gli uccelli delle siepi se ne impadroniscono e cominciano una nuova fase
riproduttiva, avendo ora a disposizione le risorse migliori.

Questo esempio serve a dimostrare che i piu' intraprendenti e veloci si impadroniscono delle risorse migliori, obbligando gli altri ad occupare zone mediocri, o
escludendoli completamente. Immaginiamo ancora i due habitat sopra citati, ma questa volta non si verifica nessun atteggiamento dispotico. Gli individui sono liberi
di occuparli in una situazione non competitiva. Man mano che l'ambiente ricco diventa piu' affollato, si impoverisce, fino a crearsi una situazione in cui gli ultimi
arrivati occuperanno quello piu' povero, meno ricco di risorse, ma meno affollato e qualitativamente migliore.
Questa situazione la viviamo noi tutti i giorni, quando facciamo la coda alle casse del supermercato. Se i cassieri sono tutti efficienti ed i clienti veloci a caricare
la spesa e a pagare, tutte le casse avrebbero lo stesso tempo di percorrenza e tutti impiegherebbero lo stesso tempo in coda. Se invece una coda e' piu' breve, ci
saranno clienti che la sceglieranno fino a farla diventare lunga come le altre. Noi siamo liberi di fare la fila dove vogliamo, cosi che ogni cliente impieghera' lo
stesso tempo per pagare.

Nell'esperimento di Manfred Milinski (etologo 1979) si osserva una situazione molto simile. Milinski utilizza nel suo esperimento una varieta' di pesci chiamata
spinarelli. In una vasca vengono alloggiati sei pesci, ai quali il cibo e' somministrato con pipette situate ai due lati opposti della vasca. Si osserva che i pesci
non competono per occupare il posto migliore, ma si distribuiscono in base alla disponibilita' di cibo delle due zone: quattro pesci dalla parte in cui le gocce
scendono piu' velocemente, due dall'altra. Quando si inverte la capacita' di somministrazione del cibo delle due pipette, i pesci ruotano e cambiano lato, cosi' come
quando noi siamo in fila al supermercato e ci spostiamo nella fila piu' breve. Questa e' l'unica disposizione stabile nelle condizioni libere ideali: qualsiasi altra
soluzione trovata dai pesci, indurrebbe un individuo ad andarsene.
Tuttavia in natura ci potrebbero anche essere spinarelli piu' territoriali e combattivi, che non rispettino questa situazione ideale e che difendano il territorio
migliore dagli altri. Questa distribuzione libera ed ideale, potrebbe essere il modo di distribuirsi degli individui subordinati rispetto ai despoti. Per esempio
le mosche del letame si distribuiscono secondo questa organizzazione intorno alle chiazze di sterco di mucca, tuttavia quelle piu' grandi si accoppiano con piu'
femmine rispetto alle mosche piu' piccole. Cosi' come noi al supermercato ci lamentiamo con quei clienti che hanno acquistato piu' merce di noi, ed impiegano piu'
tempo per pagare, questi sono i nostri rivali piu' forti che ci rallentano il tempo di attesa alla cassa.

Vediamo ora un esperimento condotto da Thomas Whitham (etologo 1980) sulla selezione degli habitat negli afidi (parassiti dei pioppi), che mostra caratteristiche sia
di distribuzione libera ed ideale sia di distribuzione dispotica. In primavera le femmine degli afidi, chiamate le fondatrici, colonizzano le foglie di pioppo. Si
inglobano nella foglia, vicino al picciolo dove la linfa e' migliore, se ne nutrono e si riproducono per partenogenesi (non hanno bisogno del maschi per riprodursi).
Il numero di figli che nascera' dipendera' dalla qualita' e quantita' di linfa che estrarranno: ci sara' percio' competizione per avere le foglie piu' grandi. Quando
tutte le foglie migliori sono occupate, la nuova fondatrice dovra' decidere se occupare una foglia piccola o dividere la foglia grande con un'altra. Whitham calcolo'
il successo riproduttivo e comprese che questo aumenta con la qualita' dell'habitat ma diminuisce con l'aumentare del numero di rivali.
Inoltre il successo riproduttivo di due fondatrici sulla stessa foglia grande e' uguale al successo riproduttivo di una fondatrice su una foglia piccola. Percio' una femmina che vuole insediarsi su
una foglia gia' occupata, dovra' valutare la propria forza, quella dell'avversaria e decidere se combattere per scacciarla, occupando la postazione migliore, oppure
cercarsi una piccola foglia da sola.
Spesso in natura gli individui piu' forti hanno le posizioni migliori e obbligano gli altri ad occupare habitat piu' poveri. Nel colonizzare un nuovo territorio
l'individuo dovra' valutare la propria forza e quella dell'avversario e decidere se combattere o cercare altrove. A volte le dispute sono risolte con esibizioni sonore
o attraverso danze rituali, ma talvolta si arriva allo scontro fisico se la risorsa, partner o territorio, la si ritiene di vitale importanza da rischiare la vita.
La situazione e' molto simile anche per gli esseri umani. Secondo Abraham Maslow (psicologo statunitense,1954) l'individuo si realizza passando per i vari stadi, i
quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. I bisogni sono raffigurati in una piramide a cinque livelli; sul livello piu' basso abbiamo i bisogni primari (mangiare,
dormire), seguiti da bisogni di sicurezza, di appartenenza, fino ad arrivare ai bisogni di stima e autorealizzazione. Nell'uomo una volta soddisfatti i bisogni primari
esistenziali, il passo seguente e' l'autostima che richiede l'approvazione, il riconoscimento e l'accettazione. Quindi arriviamo all'autorealizzazione, cioe'
l'autoappagamento. In conclusione non siamo proprio cosi' diversi dagli animali: entrambi cerchiamo di lottare e competere con gli altri per vivere meglio ed avere
successo.
Racconto di: Annalisa Subacchi 
Foto: Rete Internet
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