Risponde Giovanni Canali

Gentile sig. Pittiglio,
sono lieto di sapere che uno studente di biologia si sia avvicinato al nostro hobby, interessante quanto impegnativo. Le vorrei far notare che nella canaricoltura, ed in particolare in quella di colore, ci sono situazioni mai descritte in letteratura scientifica. Ad esempio la categoria Intenso e' non rara ma unica, e di difficilissima comprensione. L'unico che ci ha provato in modo approfondito purtroppo sono io. Dico purtroppo non per umilta', o tanto meno per falsa modestia, ma perche' sarebbe un tema per ricercatori ad altissimo livello.
Si sa che l'accoppiamento fra brinati non e' corretto, poiche' la brinatura tende ad accentuarsi, il colore lipocromico ad indebolirsi ed il piumaggio ad infoltirsi in eccesso. La domanda dovrebbe sorgere spontanea, perche' se in natura il canarino che e' brinato si accoppia in purezza senza problemi ed in cattività invece ci sono difficolta'? La risposta, che do io costituisce una teoria che andrebbe approfondita da ricercatori professionisti, di quelli con una marcia in piu', non la riporto qui per ragioni di opportunita', ma l'ho pubblicata sia sul mio testo "I Colori nel Canarino", reperibile in FOI, sia su vari articoli; ne faccio cenno anche su di uno pubblicato su "Italia Ornitologica" - n°4 aprile 2013 "Osservazioni sulle categorie", le consiglio di leggerlo. Le consiglio anche di procurarsi il mio testo che e' necessario a chi desidera approfondire, come verde non perdo tempo con la modestia, ma e' il testo di riferimento.

Nel canarino ci sono anche altri fenomeni mai descritti, ad esempio i geni modificatori dell'agata si comportano, almeno secondo la mia interpretazione, in un modo mai descritto prima, li ho chiamati "geni modificatori forti", non sono affatto convinto che sia interpretazione del tutto esatta, ma se non altro rende bene l'idea. Per quanto riguarda la sua domanda, per un anno solo e' possibile che il danno da accoppiamento fra brinati non sia cosi' disastroso, a volte la situazione regge abbastanza bene, cosa che non succede insistendo. Potra' cercare gli intensi l'anno prossimo. Quanto ad iniziare una nuova linea selettiva con dei bruni, posso dirle che non e' detto che i suoi neri siano adatti; infatti bisogna vedere la situazione della feomelanina. Purtroppo nei neri si ricerca solo l'espressione massima del nero e non del bruno feomelaninico, come si faceva correttamente una volta, e si considera il bruno un difetto. Quindi i suoi neri e' probabile che siano con poco bruno, caratteristica utile per i neri, ma non per potenziali consorti per bruni.
L'incrocio dei bruni con i neri, o meglio i nero-bruni, come si diceva una volta, va bene solo se oltre ad un ottimo disegno presentano ottima espressione feomelaninica. Questo perche' la feo e' richiesta nei bruni. L'accoppiamento misto giova, poiche' si ritiene che aiuti a mantenere il disegno. Alcuni allevatori non usano o usano poco l’accoppiamento misto, altri piu' o meno frequentemente. In linea di massima ogni 3 o 4 generazioni. Io che sono un purista e amo molto gli accoppiamenti con portatori, che costituisce metodo classico, quando avevo gli ossidati ricorrevo all'accoppiamento misto anche piu' spesso. Per le scelte sui tipi da allevare penso che si debbano seguire i propri gusti, magari cercando di superare gli ostacoli. Ne parli con suo cugino e poi decidete. La luce solare non e' affatto indispensabile all'ossidazione, abbastanza utile si, ma niente di determinante. Se c’e' una buona genetica basta, semmai aiuta i soggetti un poco scarsi, magari in montagna ritengo agisca di piu'. Il mio socio alleva neri con buoni risultati, eppure l'ambiente non e' luminoso e purtroppo richiede luce artificiale.

Suggerisco a lei e a suo cugino il massimo sforzo economico per acquistare i neon, del tipo che si usa per il giudizio nelle mostre; sono molto utili in un ambiente a luce artificiale, altrimenti dovrete portare fuori i soggetti per valutarli correttamente. Per i bruni la mancanza di sole non e' un problema, anzi visto che il piumaggio al sole tende a sbiadirsi al contrario di becco e zampe, va bene, visto che il gradito brunastro di becco e zampe non e' importante come il nero nei neri e puo' bastare la genetica, salvaguardando il piumaggio. Per gli agata nessun problema, anzi il sole potrebbe essere dannoso se accentuasse le tracce melaniniche su becco ed unghie che in questo tipo costituiscono rilevante difetto. Ho parlato solo in riferimento al colore, ma un locale arieggiato e luminoso giova in genere alla salute.
L'esposizione eccessiva al sole e' comunque dannosa alla salute, pertanto e' bene che, se si espone al sole, alcune parti della voliera siano in ombra, specialmente dove ci sono mangiatoie e beverini. Mai dimenticare che tutti i troppi sono stroppi o storpiano, che dir si voglia.
Mi ha fatto tornare alla mente i tempi in cui ero studente e quindi sono particolarmente sincero nel farle i migliori "in bocca al lupo". Cordialmente.
Giovanni Canali