Gentile sig. Di Fazio,
L'ala gialla e l'ala bianca sono diverse espressioni attinenti alla varieta' rosso. Non costituiscono varieta' separate.
Per dirla in termini semplici, i belli sono ad ala bianca ed i brutti ad ala gialla. Per spiegare il fenomeno, in effetti
non proprio semplicissimo, in passato sono state fornite spiegazioni del tutto infondate, come quella che gli ala bianca fossero
geneticamente agata, e quelli ad ala gialla bruni! Incredibile a dirsi questa spiegazione e' stata condivisa da molti. Eppure
bastava guardare gli agata rossi per constatare che possono avere l'ala sia gialla che bianca.
Il rosso non ha nulla a che fare con le melanine. Taluni hanno tirato fuori anche una presunta feomelanina gialla, ma tale
melanina che e' rarissima e di un giallo sporco non pari a quello lipocromico, esiste se non vado errato nei galliformi, ma
non certo nei fringillidi come il canarino, e non mi sembra proprio il caso di confondere. Secondo me il meccanismo e' strettamente
di varieta', legato al fatto che i soggetti ad ali bianche sono molto rossi e con poco giallo, mentre quelli ad ali gialle
sono meno rossi e con piu' giallo. Insomma i belli e i brutti, o se preferisce i migliori e i peggiori.
Il fatto che nei piu' rossi giovani del primo anno, alcune penne delle ali (a volte anche timoniere) che non mutano, rimangono
biancastre e non rossicce, ritengo sia da ricercare nel fatto che i pigmenti rossi hanno un periodo di elaborazione molto
piu' lungo e complesso rispetto a quelli gialli, e le penne forti sono piu' grandi e si formano prima. I pigmenti rossi non
farebbero quindi in tempo a pigmentare tali penne nei novelli. Il fatto poi che da soggetti ad ali bianche possano nascere
alcuni ad ali gialline, oltre a far escludere ulteriormente certe tesi (da due agata non possono nascere dei bruni), ritengo
sia da ricercare, come motivo, nella multifattorialita' della varieta' rosso. Sappiamo che coi caratteri quantitativi, si
possono veder nascere figli a volte uguali, altre volte migliori o peggiori dei genitori. Per avere una prole omogenea
bisognerebbe avere riproduttori omozigoti per tutte le coppie alleliche coinvolte nella produzione del carattere quantitativo
(poligenico) considerato; il che e' molto difficile, specialmente se le coppie alleliche sono numerose.

Per quanto riguarda la colorazione da nido, io la detesto. Comunque si dice che i soggetti ad ali gialle siano piu' adatti,
almeno sotto l'aspetto del colore omogeneo. In effetti quelli ad ali bianche, nelle penne non mutate, si ritroverebbero quasi
esclusivamente la cantaxantina sintetica e quindi una certa differenza fra il colore delle ali ed il resto del piumaggio,
salve magari le timoniere se non mutate. Mentre quelli ad ali gialle, avendo lipocromi, ancorche' gialli, sulle ali avrebbero
un assorbimento piu' simile al resto del piumaggio, e quindi un effetto finale piu' omogeneo.
Il problema e' che uno non puo' sapere bene prima come saranno i novelli ed inoltre c'e' il rischio, direi la certezza,
di selezionare dei brutti rossi per l'alimentazione da nido. Non faccio commenti per risparmiarmi la fatica di misurare
le parole.
Quanto alla selezione, e' corretto selezionare l'ala bianca, non come carattere a se stante, poiche' pare non esserlo, ma
perche' e' da ritenere indice di migliore qualita' della varieta' rosso, che appare appunto piu' rossa e quindi meno inquinata
di giallo. Del resto e' logico che il rosso nei rossi sia ricercato al massimo, pertanto si guardi l'ala e per chi se lo
memorizza bene il colore da nido prima dell'alimentazione colorante, facilmente i piu' rossi appaiono piu' chiari di quelli
inquinati di giallo. Il problema e' che i coloranti ostacolano la selezione genetica rendendo piu' difficile la valutazione
della varieta'.
Per chi volesse selezionare l'ala gialla, non ho consigli da dare, la ritengo irrazionale. Come vede ho "il dente avvelenato"
nei confronti di certi orientamenti C.O.M. – O.M.J. verso i coloranti, nei gialli ancora di piu'. Tuttavia non disapprovo
la decisione di ammettere a concorso le ali colorate e bianche separate, bisogna pure considerare anche le mostre
internazionali. Spero solo che la colorazione da nido prenda poco piede in Italia. Mi auguro che anche Lei vorra' preferire
la non colorazione da nido. Cordiali saluti.
Giovanni Canali