evoluzione cromatica del canarino
 



Canarini di colore nero rossi - foto dalla rete Preg.mo Dott. Canali,

sono da anni un allevatore di canarini nero rossi intensi e brinati, la domanda che cortesemente le formulo e' la seguente:

un canarino novello esprime il suo massimo potenziale melaninico gia' dal primo anno. Negli anni successivi questo potenziale (melaninico e lipocromico) si riduce come resa, o geneticamente rimane inalterato e trasmesso al fenotipo?

In attesa di leggerLa, Le porgo i migliori saluti e complimenti per la rubrica.

Francesco Formichetti - Localita' omessa






Risponde Giovanni Canali


Canarini di colore nero rossi in piumaggio giovanile - foto dalla rete Cortese sig. Formichetti,

la sua domanda e' particolare e non vorrei equivocare un passaggio. Comunque rispondo.

I novelli del primo anno, prima della prima muta, sono detti immaturi ed hanno una situazione dei pigmenti diversa dagli aduli, la quale situazione il primo anno permane nelle penne non mutate. Tali differenze sono da ritenere dipendenti dalla diversa condizione ormonale.

E' tendenza generale, con poche eccezioni, che i novelli anche maschi presentino una livrea simile a quella femminile. Nel canarino, come in tantissime altre specie, abbiamo piu' feomelanina (esigenze mimetiche) nel piumaggio giovanile e carotenoidi deboli.

Dopo la prima muta che non e' completa, la maggior parte del piumaggio (tranne: remiganti primarie, remiganti secondarie, grandi copritrici delle primarie, sempre, ed in alcuni individui anche: remiganti terziarie, timoniere, situazione incerta per l'alula) e' mutata ed assume caratteristiche adulte. Quindi con la migliore espressione dei pigmenti melanici e carotenoidi.

Si esprime il dicromatismo sessuale, che nel canarino, come spesso accadde, comporta piu' eumelanina nei maschi e piu' feomelanina nelle femmine, migliore espressione dei carotenoidi nei maschi, piu' differenze di disegno che appare maggiore nelle femmine su: testa, fianchi e fra i mustacchi, i quali mustacchi sono maggiori nei maschi. Dicromatismo a parte si e' nella massima espressione, fatte salve le penne non mutate.

Dalla seconda muta in poi il cambio delle penne e' completo.






Canarino di colore nero rosso mosaico - foto dalla rete In presenza di situazione ottima (genetica, alimentare, ecc.) i pigmenti dovrebbero mantenersi al meglio anche negli anni successivi, tuttavia sappiamo che talora si indeboliscono, con variazioni individuali. Un indebolimento abbastanza rilevante spesso lo si nota su becco e piedi. Ora ci sarebbero da valutare le ragioni. Potrei cavarmela semplicemente dicendo che non tutti i soggetti hanno un invecchiamento uguale, ma sarebbe risposta generica.

Da non confondere con l'invecchiamento sono l'accentuazione di difetti genetici come le depigmentazioni che si accentuano, talora in misura molto rilevante, specialmente nella razza Lizard, ma anche in altre se presenti.

Nel caso di nero rossi intensi e brinati mi aspetterei un calo del nero su becco e piedi, ma un ottimo mantenimento sul piumaggio, sempre ben inteso che non vi siano tare genetiche come le citate depigmentazioni o situazioni patologiche. Ovviamente i carotenoidi rossi possono mantenersi tali solo in presenza di alimentazione colorante, che tuttavia sarebbe molto meglio non dare agli adulti.

Senza tale alimentazione i carotenoidi sono naturali e quindi arancio piu' o meno carico, a seconda delle qualita' genetiche. Tale calo pero' e' esclusivamente alimentare e non comporta ulteriori valutazioni. Ulteriori valutazioni si potrebbero verificare se l'arancio naturale fosse debole. Consideri che il rosso e' poligenico e quindi soggetto a variazioni individuali. E' vero che i carotenoidi sono esogeni, cioe' assunti dall'esterno attraverso l'alimentazione, ma la normale alimentazione e' sufficiente. Variazioni significative richiedono coloranti.






Canarino di colore nero rosso intenso - foto dalla rete Non ho capito bene il passaggio della resa genetica e del fenotipo. Se riguardasse lo stesso individuo, praticamente ho gia' risposto, non dovrebbero esserci cali importanti. Eventualmente in eta' molto avanzata ci potrebbe essere una perdita, ma piu' che altro per un fenomeno di invecchiamento generale, non credo tanto per un calo specifico genetico.

Consideri comunque che il fenotipo (cio' che si vede) e' dato dall'interazione della genetica e dall'ambiente. Se poi avesse pensato alla trasmissione ereditaria alla prole, fenomeni di invecchiamento non sono trasmissibili, anche se i genetisti segnalano la generica migliore qualita' dei figli generati in gioventu', ma si parla piu' che altro di vigore in senso generale. Fenomeni di trasmissione dell'eta' si sono notati solo nella clonazione dei mammiferi che e' altra cosa, molto artificiale.

Non sono sicuro di essere stato del tutto esauriente, in caso si faccia dare il mio numero di telefono dal direttore Chieppa.

Distinti saluti.

Giovanni Canali  Copyright©verdiardesia.com