Gentile dott. Canali,
anzitutto mi permetta di complimentarmi con lei per la sua preparazione e per la dedizione che riversa sulla rubrica che cura da anni per il portale
verdiardesia.com.
Vorrei porle una domanda che mi incuriosisce da tempo e che forse lei considerera' banale: come insorgono le mutazioni di colore nei nostri uccellini e nel Canarino
di Colore in particolare? E' il caso, il paziente lavoro degli allevatori attraverso incroci calibrati. Oppure le mutazioni vengono traslate da altre specie che le
detengono gia'?
Grazie per una sua gradita risposta!
Augusto Malara - Roma
Risponde Giovanni Canali
Cortese sig. Malara,
anzitutto la ringrazio per l'apprezzamento. Per quanto concerne le mutazioni in genere, e quelle di colore non fanno eccezione, si possono verificare per diverse
ragioni, tuttavia esiste una certa imprevedibilita' e sono spontanee. Recentemente si sono anche indotte artificialmente, ma non e' argomento che attenga al nostro
ambiente.
Bisogna considerare la grande complessita' che c’e' nella duplicazione del DNA ed un errore e' sempre possibile. Inoltre vi sono situazioni ambientali che le
favoriscono. Si parla di effetti mutageni. Spesso si citano le radiazioni, magari facendo riferimento a tragedie atomiche, ma non e' l’unica causa; infatti ve ne sono
anche altre diciamo piu' naturali. Un effetto mutageno si ritiene lo abbiano talora le radiazioni ionizzanti, ed in alcuni casi, si ritiene pure quelle UV riguardo i
melanomi; anche i tumori sono frutto di mutazioni, a volte si parla di cellule impazzite. Inoltre per le mutazioni, ci sono aspetti fisici da considerare, come le
onde elettromagnetiche e come la temperatura.
Per quel che concerne la temperatura, si nota che l’espressione di alcuni caratteri genetici cambia con le stagioni, ad esempio la pernice bianca, l’ermellino e la
lepre bianca. Queste specie appaiono bianche o quasi bianche, durante l’inverno e di diverso colore, particolarmente varie tonalita' di marrone, durante l’estate
(esigenze di mimetismo), anche con forme intermedie nelle stagioni intermedie.
Il gene mutato Himalaya (presente in: conigli, gatti siamesi ed altro) invece si esprime abbastanza a rovescio, sempre in rapporto alla temperatura. Nel carattere
Himalaya Le parti apicali, piu' fredde si esprimono scure, a meno che non vengano rasate in estate. Sbalzi termici o comunque situazioni di temperatura particolari,
si ritiene che possano agire come elementi mutageni.
Vi sono anche altre possibili cause che possono favorire le mutazioni, come certe sostanze chimiche, aspetto di notevole rilievo.
Caso molto particolare e rarissimo sono le mutazioni para mutageniche, cioe' mutazioni che possono indurre o favorire altre mutazioni. Sono note nel mais.
Personalmente mi sono permesso di avanzare un’ipotesi a proposito della mutazione intenso (L’unicita' della mutazione intenso - "Italia Ornitologica" 8/9 agosto-settembre
2018). Trattasi di fenomeni rarissimi, certo la mutazione intenso merita la massima attenzione, e' di tipo strutturale ed il colore modificato e' piu' che altro una
conseguenza della struttura.
Gli incroci di per se' non inducono mutazioni (tranne il rarissimo caso delle mutazioni para mutageniche di cui sopra), si segnala pero' che spesso alcune mutazioni
sono state traslate da una specie all’altra, quando vi e' la possibilità di avere ibridi fecondi. Sulle traslazioni si sono, a volte fatti discorsi inopportuni. Come
se non fossero piu' mutazioni o cose del genere. Una mutazione traslata resta mutazione, nulla conta che sia originale della specie ove appare oppure no.
Personalmente sono contrario alle traslazioni, visto che si portano inevitabilmente dietro altri geni e quindi la specie non e' piu' pura. Il Cardinalino del Venezuela
ha subito danni gravissimi dall’ibridazione con specie affini a fattori gialli.
Mi permetta di dire che non bisogna entusiasmarsi troppo nei confronti delle mutazioni; la forma migliore per la fisiologia e' sempre quella selvatica. Potrebbero
esserci eccezioni solo per caratteri selezionati per la preferenza sessuale; non vado oltre perche' il discorso sarebbe troppo lungo e fuori tema.
Le mutazioni invalidanti o comunque problematiche, secondo me non dovrebbero essere troppo caldeggiate. Cito ad esempio la phaeo (albinoide parziale). Questa
mutazione e' abbastanza pregevole dal punto di vista estetico, tuttavia la vista e' un poco ridotta e soprattutto c’e' una discriminazione dei piccoli phaeo nei nidi
misti, ad opera dei genitori, specialmente della madre. La discriminazione a favore dei fratelli normali comporta la morte dei phaeo, che non sono alimentati.
Questa discriminazione si verifica nella maggior parte dei casi, ma non sempre. Si direbbe che spesso istintivamente i genitori privilegino i figli che hanno buone
probabilita' di sopravvivere in ambiente naturale, rinunciando alle cure parentali di coloro che non sopravviverebbero una volta svezzati o che non riuscirebbero
neppure a svezzarsi. Tuttavia se il nido e' omogeneo con soli phaeo, questi vengono regolarmente allevati.
Ci sarebbe poi da chiedersi se si dovrebbero riconoscere tutte le mutazioni. Da piu' parti si obietta che una mutazione per essere riconosciuta, dovrebbe essere
abbastanza evidente e non confondibile con altre. Anche questo e' un aspetto che comporterebbe un ampio dibattito e non vado oltre.
Non si dimentichi comunque che le mutazioni spesso richiedono l’uso di portatori e quindi anche gli estimatori delle mutazioni non possono trascurare la forma
originale, o altre considerate comunque di base.
Forse mi sono dilungato un po' troppo, spero comunque di aver soddisfatto l’interesse attinente alle mutazioni.
Gradisca cordiali saluti.
Giovanni Canali
Foto: Antonio Javier Sanz - Enzo del Pozzo