Rubrica Le Attrezzature

L'impianto idrico centralizzato

 

Primo piano pipetta I problemi di gestione che si incontrano in un allevamento sono essenzialmente due: cibo e acqua. Per quanto riguarda il cibo direi che è sostanzialmente risolto con i vari silos che sono oggi in commercio; infatti garantiscono almeno 10 giorni per coppia di riserva semi. Arriviamo ora all’acqua: il problema che si è sempre presentato è quello della periodica e costante sostituzione dell’acqua, altrimenti si incappa in diversi inconvenienti (vedi patina maleodorante sulle pareti del beverino, feci, avanzi di juta e altro schiacciati non si sa come nella linguetta dell’acqua). Ed ecco che finalmente anche per noi allevatori arriva la novità: pipette che ad ogni pressione con il becco rilasciano acqua, ma acqua sempre pulita. Penso di non essere stato il primo ma sicuramente fra i primi che hanno impiantato questo sistema.

Materiali e realizzazione dell’impianto

I materiali sono facilmente reperibili e tutto sommato dal costo contenuto. In una qualsiasi grossa rivendita di prodotti per l’agricoltura ed il giardinaggio, si trova praticamente tutto. Per primo il secchio a cui si farà un foro, con beccuccio di uscita nella parte più bassa. Tubo da 4 mm. di diametro, morbido assolutamente nero (questo per evitare che la luce crei fotosintesi, quindi alghe e patina all’interno sulle pareti del tubicino), raccordi a T, raccordi a L e rubinettini fine corsa per eventuali pulizie e svuotamento tubo. Fascette nere piccole, come quelle che usiamo per chiudere le portine delle gabbie quando ingabbiamo in mostra. Si procede così: quando il secchio avrà il suo beccuccio di uscita, si incastrerà un pezzo di tubo, poi un rubinetto (che permetterà eventualmente di chiudere l’acqua senza svuotare l’impianto per poter togliere il secchio e lavarlo). Il secchio può essere riempito d’acqua man mano dall’allevatore, oppure collegato alla distribuzione idrica attraverso un riduttore di pressione. Panoramica impiantoIn questo caso il galleggiante sistemato all’interno provvederà alla costante quantità d’acqua. Dopo il rubinetto, il tubo arriverà fino alle gabbie usando raccordi a T e L. Si potrà procedere con il tubo in senso verticale od orizzontale. Ogni gabbia avrà la sua pipetta (in Italia si trovano della marca 2GR). Arrivati all’ultima gabbia dell’ultima fila in basso, il tubicino verrà tagliato appena sotto ed inserito l’ultimo rubinetto, quello che consentirà di svuotare l’impianto.

Gestione dell’impianto

Ora esaminiamo gli eventuali problemi, essenzialmente due: può capitare che qualche canarino (raramente), ricordando come faceva nei vecchi beverini, incastri un semino nella pipetta che da quel momento gocciolerà. Con le gabbie a cassetti il problema è contenuto; quando ci si accorge, con un bastoncino si toglie il seme, si svuota il cassetto dall’acqua, si cambia la carta e tutto è risolto. Il secondo, forse il più serio, è che dobbiamo essere convinti, perché fatto l’impianto bisogna togliere tutti i beverini e qui ci prende l’affanno. Berranno, non berranno…… Bisogna però controllare i primi giorni che tutti se ne servano, altrimenti si inseriranno e si toglieranno i beverini fino a che tutti sapranno usare le pipette. Credetemi, dopo un po’ i più bravi si faranno anche il bagno con le pipette! Nell’eventualità di dover fornire vitamine o trattamenti a singole gabbie o a tutto l’allevamento, basterà lasciar penzolare le pipette inserendo i beverini; a fine trattamento si rimetterà tutto a posto. Il canarino ormai abituato, passa serenamente dalle pipette ai beverini e viceversa.

Sperando di aver fatto cosa gradita, una stretta di mano a tutti.




Curve a L, curve a T, rubinetti e pipetta bianca    Rubinetto a fine impianto    Secchio con rubinetto    Tubo che parte dal secchio con arrivo alle gabbie tramite raccordo a T

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Testo, foto ed allevamento di: Giorgio Zampese




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Allevamento Giorgio Zampese



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