Il
compito di questo articolo non è certamente quello di sostituirsi
ad una visita veterinaria ma è quello di aiutare lallevatore
a riconoscere i segni, i sintomi al loro primo insorgere, per poi
prontamente affidare il proprio beniamino alle cure del veterinario.
Il tempestivo riconoscimento dei sintomi ed il rapido affidamento
del soggetto malato al veterinario sono parametri in grado, molto
spesso, di influenzare in maniera positiva lesito della prognosi.
Il primo accorgimento da adottare in caso di sintomatologia morbosa
è lisolamento del soggetto. Un soggetto malato
deve essere prontamente isolato dal resto dellaviario, posto
in una gabbia ben pulita, di non eccessive dimensioni (meglio se con
tre lati chiusi, in modo da evitare lesposizione a correnti
daria), allocata in un locale caldo, asciutto e diverso da quello
dove viene tenuto il resto dellallevamento.
Lisolamento ha sia lo scopo di impedire il propagarsi della
malattia infettiva al resto dei soggetti, sia di evitare lesposizione
del soggetto malato ad agenti, normalmente non patogeni, presenti
in ambienti affollati, che potrebbero trovare terreno fertile in un
soggetto già debilitato.
La modalità di diffusione degli agenti patogeni, in natura,
avviene sia attraverso il contatto diretto tra animale malato ed animale
sano sia attraverso il contatto indiretto. Questo tipo di contagio
avviene mediante secreti ed escreti (componente fecale, urine, secrezioni
bronchiali, saliva) provenienti dallanimale infetto; mediante
oggetti contaminati (posatoi, abbeveratoi, mangiatoie), o mediante
inalazione di pulviscolo contenente secrezioni respiratorie emesse
con la tosse, o materiale fecale essiccato. Si comprenda quindi limportanza
di una misura precauzionale quale lisolamento ai fini della
prevenzione delle malattie diffusibili.
Circa la sintomatologia non sempre un sintomo è patognomonico
(specifico) di una data malattia anzi, soprattutto negli uccelli,
molte patologie si presentano con un corredo sintomatologico comune.
Larruffamento del piumaggio, per esempio, che è
uno dei segni più frequenti di malessere, altro non è
che un meccanismo messo in atto dallorganismo per ridurre la
dispersione della temperatura corporea, così come un respiro
affannoso, a bocca aperta, non è sempre sinonimo di patologia
respiratoria ma potrebbe essere dovuto a fenomeni compressivi esercitati
da visceri addominali (fegato) sui sacchi aerei.
Un uccello in buona salute si presenta vivace, vigile ed attento allambiente
che lo circonda, reattivo agli stimoli esterni, interagisce con gli
altri abitanti della gabbia, il piumaggio è lucido, ben aderente
al corpo e dai colori vivi.
Un uccello indisposto perde, in base alla gravità della
patologia, parte o tutte le caratteristiche sopra elencate. Si presenterà
con piumaggio gonfio, con tendenza a nascondere il capo sotto unala
assumendo la tipica postura da riposo notturno, sensorio (reazione
dellanimale agli stimoli esterni) depresso, abbattuto, tendenza
a dormire nelle ore diurne, stazionamento sul fondo della gabbia,
diminuito o aumentato consumo di alimento e di acqua.
Respiro affannoso, rantoloso, a becco aperto, con ritmici movimenti
della coda denotano, molto spesso, patologie respiratorie profonde.
Scolo congiuntivale o nasale, tosse, starnuti, scuotimento del capo
depongono per patologie alle alte vie respiratorie.
Massima attenzione lallevatore deve riporre allo stato delle
feci. Lesame visivo delle feci è di fondamentale
importanza per la messa in evidenza di patologie gastro-enteriche,
epatiche ed urinarie. Lattenzione deve essere rivolta a tutte
e tre le frazioni degli escrementi (componente fecale, urati ed urina),
valutando sia la consistenza, la forma ed il colore della componente
fecale (ricordando che il colore delle feci varia al variare dellalimentazione),
sia la quantità ed il colore degli urati e dellurina.
Feci malformate, diarroiche possono essere sintomo di enteriti
alimentari o batteriche; diarree acquose, profuse, di colore bianco-gessoso
con imbrattamento della cloaca potrebbero essere sintomo di infezioni
salmonellari, così come diarree mucose con screziature
di sangue potrebbero essere ad appannaggio di infestazioni coccidiche.
Mancata emissione di feci con presenza di sole urine potrebbero far
supporre unocclusione intestinale o una ritenzione di uovo;
emissione difficoltosa di feci accompagnata da ritmici movimenti della
coda potrebbero far presupporre uninfiammazione della cloaca
(cloacite).
Il primo intervento da effettuare in corso di diarrea, prima di portare
il pennuto a visita veterinaria, è la reidratazione del
soggetto. Diarree profuse provocano gravi perdite di liquidi e
squilibri elettrolitici che, in alcuni casi, esitano in disturbi cardiaci
e arresto della funzionalità renale. La terapia reidratante
consiste nella somministrazione di acqua o, meglio ancora, di soluzioni
isotoniche direttamente nel becco dellanimale, attraverso lausilio
di siringhe da insulina, contagocce o pipette da imbecco.
In
corso di patologie gastro-enteriche ed epatiche sarebbe buona norma
effettuare un esame visivo delladdome del soggetto. Questa
operazione può darci molte più informazioni di quelle
che crediamo. La presenza di un macchia rossastra-violacea che dalla
fine della cavità sternale scende verso il basso, può
mettere in evidenza una patologia epatica con ingrossamento dellorgano,
striature color grafite in zona addominale potrebbero manifestarsi
in corso di patologie enteriche, con anse intestinali ingrossate
ed infiammate. Così come una palpazione delladdome
può darci informazioni importantissime in caso di dilatazione
gastrica o in corso di ritenzione di uova.
Concludiamo
questo articolo rimarcando, ancora una volta, la figura fondamentale
ed imprescindibile del medico veterinario nella diagnosi e nella terapia
delle patologie aviari.
Le
brevi informazioni riportate non hanno lo scopo di farci arrivare
ad una diagnosi casalinga ed ad approntare terapie empiriche,
tramandate da allevatore ad allevatore, lintento è invece
quello di farci captare quanto prima, i primi segni di
malessere del nostro pennuto per poi affidare prontamente il soggetto
ammalato alle cure veterinarie.
Testo di Dott. Nicola Della Vecchia - medico veterinario
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