cardinalino e canarino neri
 



Cardinalina melaninica - foto Simone Arteritano - allevamento Belucci© (riproduzione vietata senza il consenso scritto dell'autore)
Buongiorno Dott. Canali,

mi chiamo Federico Martorelli e le scrivo da Roma. Allevo canarini di colore: Agata argento, Nero Giallo, Nero Bianco e Nero rosso anche mosaico. Ho letto sul portale verdiardesia.com l'intervista all'allevatore umbro Alessandro Bellucci che si sta cimentando nella realizzazione di un cardinalino melaninico, attraverso ibridazioni fra spinus diversi, in particolare cardinalino x negrito della Bolivia.

Le chiedo se secondo lei e' possibile realizzare un cardinalino del Venezuela interamente o comunque prevalentemente nero, e se detta eventuale fantastica mutazione creata dall'uomo attraverso ibridazioni, possa effettivamente costituire la chiave verso la creazione del canarino nero.

Ovviamente il mio quesito presuppone da parte sua delle valutazioni in ipotesi, ma sono curioso di ottenere un suo qualificato parere in merito. La ringrazio molto.


Federico Martorelli - Roma










Risponde Giovanni Canali


Gentile sig. Federico Martorelli,

Canarino di colore nero onice bianco - foto ed allevamento Massimo Polli© (riproduzione vietata senza il consenso scritto dell'autore) ho letto e sentito qualcosa del tentativo di ottenere un cardinalino nero o comunque molto melaninico, diciamo "morello" prendendo in prestito un termine usato in ippologia. Ora, sul canarino nero ho sempre espresso pareri all'insegna del piu' nero pessimismo. In effetti quando il nero o meglio l'eumelanina supera certi limiti, almeno con i cosiddetti "pelle nera", non si va oltre per alterazioni ormonali, quantomeno tiroidee, si ha muta continua e sterilita' conseguente, come ben sappiamo.

Anche le varie ibridazioni con diversi esotici, non hanno dato neppure minimi risultati parziali. In effetti si possono avere ibridi scuri, ma gia' a livello di R1 non resta piu' nulla. Si puo' pensare che il disegno del Canarino (ma non credo solo in questa specie), sia estremamente stabile e non modificabile, nella sostanza. Non sono noti i meccanismi, ma si puo' pensare ad una complessa situazione genetica, forse addirittura ad interferenze citoplasmatiche, che se ci fossero sarebbero insuperabili.

Solo alcune mutazioni sono riuscite ad estendere il nero, ma in modo molto parziale e comunque con una riduzione del medesimo, nelle zone tipiche quali il disegno. Si e' tentato con l'interazione di queste mutazioni (onice e cobalto) ma anche cosi' l'effetto, pur non trascurabile resta parziale. Nel Cardinalino non e' detto che le cose vadano allo stesso modo, ma e' molto probabile.











Canarini di colore nero bianco - foto ed allevamento Montanaro© (riproduzione vietata senza il consenso scritto dell'autore)
Un aspetto che potrebbe favorire l'estensione delle melanine e' riconducibile al fatto che le affinita', a livello sistematico e genetico, con le specie utilizzate (Negrito o Lucherino ventre giallo) sono maggiori e quindi potrebbero esserci minori resistenze a livello di disegno. Ora, il cardinalino nero lo escluderei abbastanza tranquillamente, visto che anche le specie utilizzate non sono del tutto nere e quindi non possono, a rigore di logica, dare piu' di quanto esse stesse hanno. Un cardinalino "morello", vale a dire piu' nero magari di poco, per quanto molto improbabile non posso escluderlo con certezza.

Ritengo semmai che il bellissimo cardinalino non avrebbe alcun vantaggio estetico da una accentuazione del nero. Non dimentichiamo che e' il rosso la sua caratteristica peculiare e maggiore, cui dare priorita' assoluta. Inoltre se non ho certezze assolute sull'esito dell'ibridazione a livello melanine, ho una certezza di danno gravissimo a livello di lipocromo.

Le specie indicate sono tutte a fattori gialli, quindi il danno e' certo, gravissimo e probabilmente irreparabile a livello di lipocromo rosso. Per giunta si consideri che, certamente, i ceppi geneticamente inquinati, non consentono piu' di considerare la specie come veramente tale, in quanto non piu' recuperabile ed inoltre non sono considerabili per eventuali immissioni in natura.

Ho sempre condannato le ibridazioni tese a traslare nuove mutazioni da una specie all'altra, per le ragioni esposte. Tuttavia la traslazione delle mutazioni e' possibile; figurasi la mia contrarieta' ad ibridazioni tese ad un fine molto improbabile oltre che poco significativo, questo a mio parere. Tenga anche presente che un nero diffuso, non sarebbe, come ha detto lei, una mutazione, ma solo l'aumento quantitativo di un pigmento. Questa e' la mia posizione; avra' un aspetto di predica inutile, ma considero doveroso esporla e motivarla. Cordialmente.


Giovanni Canali  Copyright ©verdiardesia.com