Il tarassaco

 

Il Tarassaco (Taraxacum officinale), detto anche dente di leone e soffione, cresce spontaneamente in tutta Italia - dal mare ad oltre i 2.000 m. di altitudine - spesso con carattere infestante, nei boschi, prati e terreni incolti, lungo le strade, sui muri, nelle sconnessure dei marciapiedi. È una pianta tipica del clima temperato e, pur non presentando particolari esigenze vegetative, predilige maggiormente un terreno sciolto in spazi soleggiati o a mezz'ombra. Il tarassaco è una pianta erbacea perenne, di altezza compresa tra i 30-90 cm.. Presenta una grossa radice a fittone, con fusto strutturato a formare un ombrello, glabro e lattiginosi con diramazioni che portano all'apice una singola infiorescenza giallo-dorata, detta capolino. Da ogni fiore si sviluppa un achenio o frutto secco indeiscente, privo di endosperma e provvisto del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi che agendo come un paracadute, agevola la dispersione mediante il vento del frutto, quando questo si stacca dal capolino. La fioritura inizia in primavera e può protrarsi fino all'autunno.

L'impollinazione è di norma entomogama, ossia tramite insetti (imenotteri, ditteri e lepidotteri) e come già detto può avvenire anche grazie al “volo” del pappo supportato dal vento (disseminazione anemofila). Dalla radice si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei. Le foglie possono essere erette o striscianti il terreno, la loro forma è lanceolata, oblunghe e lobate, con margine dentato (da qui il nome volgare di “dente di leone”), l’apice è spesso triangolare. La pianta fresca di tarassaco contiene oltre alla cellulosa, una serie di sostanze bioattive che rendono il tarassaco un gradito e salutare alimento vegetale per i nostri volatili. La foglia contiene particolarmente: steroidi, flavonoidi (glucosidi dell'apigenina e luteolina); vitamine B1, B2, C, E, sesquiterpenlattoni, acido taraxinico e taraxacolidi, triterpeni, taraxacosidi, acido linolico, acido linolenico e sali minerali. Dal punto di vista farmacologico, le proprietà del tarassaco sono da attribuirsi essenzialmente ad una sostanza amara: la tarassicina, ed all'inulina.







Questa pianta trova largo impiego nella fitoterapia per le sue proprietà stimolanti sui processi digestivi; moderne ricerche hanno confermato che il tarassaco ha effettivamente proprietà coleretiche (favorisce la secrezione della bile), colagoghe (stimola il deflusso biliare) e diuretiche. Utile in caso di itterizia, stitichezza cronica, colesterolo elevato, calcoli biliari, insufficienza epatica: la sua somministrazione tende a normalizzare i valori delle transaminasi seriche. La pianta ha proprietà amaro-toniche e digestive utili per l’inappetenza (scarso appetito) e le dispepsie (disturbi della digestione). Il tarassaco è ritenuto infine blando lassativo (favorisce l’evacuazione delle feci).

L’uso prolungato può avere perciò effetti lassativi. Come per tutte le piante raccolte sui campi per alimentare i nostri uccellini, si consiglia di raccogliere il tarassaco in luoghi quanto più incontaminati, lontani da centri urbani e strade trafficate, a meno che l’allevatore disponga di una piccola serra dove poter coltivare questa pianta in modo naturale e protetto, senza l’ausilio di pesticidi ed altre sostanze chimiche. Il tarassaco è una pianta che esige poche cure, prosperando come essenza spontanea ed infestante. Della pianta vanno raccolte le foglie ed i fiori immaturi allo stato lattiginoso, pare che questi ultimi stimolino gli uccelli ad imbeccare i nidiacei. Ovviamente è preferibile che le parti utilizzate siano prima lavate e ben asciugate. Il vegetale può essere fornito due o tre volte a settimana, ovviamente senza esagerare.


Mauro Buonfrate