Il crespigno

 

Qualcuno ha mai usato il crespigno nell’alimentazione dei cardellini? In natura essi ne sono molto ghiotti! Il crespigno (genere Sonchus), anche detto volgarmente Grespino, appartiene alla famiglia delle composite e può raggiungere l’altezza di un metro dal suolo. Presenta fiori raggruppati in capolini di colore giallo, frutti provvisti di acheni con pappo.

Esistono due varietà di questa pianta, difficilmente distinguibili tra loro: crespigno comune (Sonchus oleraceus) e crespigno spinoso (Sonchus asper). Il crespigno comune si distingue dal crespigno spinoso per le foglie non spinose, meno consistenti e più tenere. Il crespigno prospera quasi tutto l’anno ma il periodo vegetativo di maggiore abbondanza è costituito dai mesi di aprile e maggio. Cresce un po’ ovunque, sui muri, lungo i margini delle strade, in frutteti, terreni incolti, ecc. Il crespigno ha proprietà depurative, epatoprotettive, diuretiche e rimineralizzanti.













E’ molto indicato per l’alimentazione del cardellino in cattività. Personalmente una volta a settimana vado nei campi incolti lontani da strade e zone inquinate e ne faccio una scorta, che mi dura tutta la settimana. Rientrato a casa immergo il gambo delle piante raccolte in vari secchi d’acqua, così il mio crespigno si conserva senza appassire e può essere prelevato quando serve.

Il crespigno una volta messo in acqua si mantiene verde anche quindici giorni. Il pappo di peli bianchi dei capolini verrà utilizzato dai cardellini ed altri indigeni, per imbottire il nido, come avviene ordinariamente anche in natura.


Mauro Buonfrate